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Ricorso inammissibile: le conseguenze economiche

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da due soggetti avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. La decisione evidenzia le conseguenze dirette di tale esito: i ricorrenti sono stati condannati in solido al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro ciascuno alla Cassa delle ammende, sottolineando i rischi economici legati a impugnazioni che non superano il vaglio di ammissibilità.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Impugnazione Costa Cara

Presentare un’impugnazione in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio, una fase delicata che richiede il rispetto di rigorosi requisiti formali e sostanziali. Un’ordinanza recente ci offre lo spunto per analizzare le conseguenze di un ricorso inammissibile, una situazione che può comportare significative sanzioni economiche per chi lo propone. Vediamo nel dettaglio cosa è successo e quali principi procedurali emergono da questa decisione.

I Fatti di Causa

Due soggetti avevano presentato ricorso alla Suprema Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano nell’ottobre del 2024. L’obiettivo era, presumibilmente, ottenere l’annullamento o la riforma di una decisione a loro sfavorevole. Il caso è giunto all’attenzione della Settima Sezione Penale della Cassazione per la valutazione preliminare sulla sua ammissibilità.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile

Dopo aver dato avviso alle parti e ascoltato la relazione del Consigliere designato, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza dal contenuto tanto breve quanto perentorio. I giudici hanno ritenuto che i ricorsi dovessero essere dichiarati inammissibili.

Questa declaratoria non è una semplice formalità, ma un atto che impedisce alla Corte di entrare nel merito delle questioni sollevate. La conseguenza diretta e automatica di questa decisione è stata la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, al versamento di una somma di tremila euro ciascuno in favore della Cassa delle ammende.

Le motivazioni

Sebbene l’ordinanza non espliciti nel dettaglio le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo dedurre i principi generali che guidano tali decisioni. Un ricorso inammissibile in Cassazione si verifica quando l’atto di impugnazione presenta vizi che ne precludono l’esame. Questi possono includere, ad esempio, la carenza dei motivi specifici previsti dalla legge, la proposizione di censure che mirano a una rivalutazione dei fatti (non consentita in sede di legittimità) o il mancato rispetto dei termini per la presentazione.

La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende non ha una natura risarcitoria, bensì sanzionatoria. Essa serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari o palesemente infondati, che hanno il solo effetto di appesantire il sistema giudiziario. La quantificazione della somma, in questo caso tremila euro, rientra nel potere discrezionale della Corte, che la commisura in base alla gravità della colpa nella proposizione del ricorso.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: l’accesso alla giustizia, specialmente nei gradi più alti, deve essere esercitato con responsabilità. La dichiarazione di un ricorso inammissibile non solo segna la fine del percorso giudiziario per il ricorrente, ma comporta anche conseguenze economiche tangibili. La condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria rappresenta un monito a valutare con estrema attenzione i presupposti e le fondamenta di un’impugnazione, affidandosi a professionisti competenti per evitare esiti negativi e costi aggiuntivi.

Qual è stato l’esito dei ricorsi presentati alla Corte di Cassazione?
I ricorsi sono stati dichiarati inammissibili dalla Corte di Cassazione.

Quali sono le conseguenze economiche per chi ha presentato il ricorso inammissibile?
I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro ciascuno.

A favore di quale ente viene versata la somma pecuniaria imposta ai ricorrenti?
La somma di tremila euro deve essere versata da ciascun ricorrente in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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