Ricorso Inammissibile in Cassazione: Quando l’Appello Costa Caro
Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio per chi cerca di far valere le proprie ragioni, ma non è un percorso privo di ostacoli. Un’ordinanza recente della Suprema Corte chiarisce ancora una volta i criteri di ammissibilità e le severe conseguenze economiche di un ricorso inammissibile. Comprendere le ragioni che portano a tale esito è fondamentale per evitare di incorrere in sanzioni che possono aggravare notevolmente la propria posizione processuale. L’analisi di questo caso offre spunti pratici per capire perché un appello può essere respinto prima ancora di essere esaminato nel merito.
I Fatti del Caso
Un imputato, a seguito di una condanna confermata dalla Corte d’Appello, decideva di presentare ricorso alla Corte di Cassazione. Attraverso il suo legale, sollevava diverse questioni, contestando sia la valutazione della sua responsabilità penale sia la determinazione della pena inflitta. L’obiettivo era ottenere un annullamento della sentenza di secondo grado e un nuovo esame del suo caso.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti, ha emesso un’ordinanza perentoria: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Di conseguenza, non solo la condanna precedente è diventata definitiva, ma il ricorrente è stato anche condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni del Ricorso Inammissibile
La Corte ha basato la sua decisione su tre pilastri fondamentali, evidenziando i vizi che rendevano l’impugnazione non meritevole di un esame nel merito. Analizziamoli nel dettaglio:
1. Motivi Meramente Riproduttivi: Il primo motivo di ricorso è stato giudicato come una semplice riproposizione di argomenti già ampiamente discussi e respinti dalla Corte d’Appello. La Cassazione non è una terza istanza di giudizio sui fatti, ma un giudice di legittimità. Ripresentare le stesse doglianze, senza individuare specifici vizi di legge nella sentenza impugnata, rende il motivo inammissibile.
2. Motivo Manifestamente Infondato: Il secondo motivo, relativo alla quantificazione della pena, è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha osservato che la sentenza d’appello aveva fornito una motivazione sufficiente e logica per la sanzione applicata, esaminando adeguatamente le argomentazioni difensive. Non è compito della Cassazione sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito se questa è immune da vizi logici o giuridici.
3. Motivo Nuovo: Il terzo motivo, infine, è stato sollevato per la prima volta in sede di Cassazione. Nel nostro ordinamento processuale vige il principio secondo cui non si possono introdurre nuove questioni nel giudizio di legittimità che non siano state precedentemente sottoposte al giudice d’appello.
Le Conclusioni: Conseguenze Economiche e Principio di Diritto
La dichiarazione di inammissibilità ha comportato non solo la condanna alle spese processuali, ma anche il pagamento di una sanzione pecuniaria. La Corte ha richiamato la sentenza della Corte Costituzionale n. 186 del 2000, secondo cui tale sanzione è giustificata quando il ricorrente ha agito con colpa nella determinazione della causa di inammissibilità. In altre parole, chi propone un ricorso con vizi così evidenti dimostra di non aver agito con la dovuta diligenza, abusando dello strumento processuale. Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato in modo responsabile. Un ricorso inammissibile non è solo inefficace, ma si traduce in un costo concreto, a monito di un utilizzo ponderato e tecnicamente corretto degli strumenti di impugnazione.
Per quali motivi un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Sulla base del provvedimento esaminato, un ricorso può essere dichiarato inammissibile se è meramente riproduttivo di argomenti già respinti nei gradi precedenti, se i motivi sono manifestamente infondati, oppure se vengono introdotte per la prima volta questioni non discusse in appello.
Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, anche al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.
Perché il ricorrente deve pagare una somma alla Cassa delle ammende oltre alle spese processuali?
Il pagamento di una somma alla Cassa delle ammende è una sanzione che consegue alla proposizione di un ricorso inammissibile per colpa. La Corte ritiene che il ricorrente non possa non essere consapevole dei vizi palesi della sua impugnazione, e quindi la sanzione serve a disincentivare ricorsi dilatori o palesemente infondati.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 27944 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 27944 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME COGNOME
Data Udienza: 14/06/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a NAPOLI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 31/10/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile per le seguenti ragioni: 1) il primo mot meramente riproduttivo di profili di censura in ordine alla responsabilità del ricorrent adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici dalla Corte territoria vedano le pagine 3 e 4); 2) il secondo motivo è manifestamente infondato, perché afferente alla determinazione del trattamento punitivo benché la sentenza impugnata sia sorretta da sufficiente e non illogica motivazione e da adeguato esame delle deduzioni difensive sul punto 3) il terzo motivo è stato dedotto per la prima volta in questa Sede;
ritenuto che all’inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila da versare in favore della RAGIONE_SOCIALE delle ammende, non potendosi ritenere che lo stesso abbia proposto il ricorso senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Corte cost. n. 186 del 2000
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali della somma di euro tremila in favore della RAGIONE_SOCIALE delle ammende. Così deciso il 14 giugno 2024.