Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di una Decisione Procedurale
Quando un percorso giudiziario giunge fino alla Corte di Cassazione, le aspettative sono alte. Tuttavia, non tutti i ricorsi superano il vaglio preliminare di ammissibilità. Un’ordinanza recente ci offre uno spunto perfetto per analizzare cosa accade quando un ricorso inammissibile viene presentato e quali sono le conseguenze concrete per il proponente. Questo caso dimostra come una valutazione errata dei presupposti dell’impugnazione possa tradursi non solo in una sconfitta processuale, ma anche in un significativo onere economico.
I Fatti Processuali
La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino in data 15 ottobre 2024. L’imputato, cercando di ottenere una riforma della decisione di secondo grado, ha intrapreso l’ultimo grado di giudizio previsto dal nostro ordinamento. La Corte, riunitasi in udienza il 4 aprile 2025, ha esaminato il ricorso proposto.
La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Inammissibile
L’esito del giudizio di legittimità è stato netto e perentorio. Con una sintetica ordinanza, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa statuizione chiude definitivamente il procedimento, rendendo irrevocabile la sentenza della Corte d’Appello. La declaratoria di inammissibilità impedisce ai giudici di entrare nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente; l’analisi si ferma a un livello preliminare, verificando unicamente la sussistenza dei requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge per poter accedere al giudizio di Cassazione.
Le Motivazioni
Sebbene l’ordinanza non espliciti nel dettaglio le ragioni specifiche dell’inammissibilità, la natura stessa di tale provvedimento suggerisce che il ricorso fosse affetto da vizi che ne hanno precluso l’esame. Generalmente, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse cause, come la presentazione fuori termine, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (es. violazione di legge o vizio di motivazione), o la proposizione di censure che mirano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. La decisione di condannare il ricorrente al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende funge anche da sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione palesemente infondata o priva dei presupposti richiesti, gravando inutilmente sul sistema giudiziario.
Le Conclusioni
Le implicazioni pratiche di questa decisione sono duplici. In primo luogo, la sentenza di condanna della Corte d’Appello diventa definitiva e passa in giudicato. In secondo luogo, il ricorrente subisce conseguenze economiche dirette e non trascurabili. La Corte, infatti, lo ha condannato al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, a versare la somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito: il ricorso per Cassazione non è un tentativo da esperire a cuor leggero, ma uno strumento giuridico che richiede un’attenta valutazione dei presupposti di legge. Un ricorso inammissibile non solo non porta al risultato sperato, ma comporta sanzioni economiche che ne aggravano l’esito.
Cosa significa quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso ‘inammissibile’?
Significa che il ricorso viene respinto per motivi procedurali o per mancanza dei requisiti previsti dalla legge, senza che la Corte esamini nel merito le questioni sollevate. La decisione impugnata diventa così definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche per chi propone un ricorso dichiarato inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende a titolo sanzionatorio.
A quanto ammonta la sanzione pecuniaria stabilita in questo specifico caso?
In questo caso, oltre al pagamento delle spese del procedimento, il ricorrente è stato condannato a versare la somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16307 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16307 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 04/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a TORINO il 13/09/1989
avverso la sentenza del 15/10/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
visto il ricorso di COGNOME NOME
OSSERVA
che il motivo di ricorso con cui si deducono vizi di motivazione e violazione di legge
Ritenuto quanto a ritenuta responsabilità per il delitto di cui all’art. 337 cod. pen. è manifestam
infondato e riproduttivo di censure adeguatamente confutate dalla Corte di appello che ha messo in risalto la condotta oppositiva violenta a consapevole posta in essere complessivamente
dall’imputato e che, di fatto, ha inciso sulla funzione istituzionale in quel frangente espletat personale della Polizia Penitenziaria che è stato costretto a mutare il luogo cui destinare
detenuto sottoposto ad isolamento;
pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del rilevato,
ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della
Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 04/04/2025.