Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi e Conseguenze Economiche
Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede il rispetto di rigorosi requisiti. Quando questi mancano, si incorre in una declaratoria di ricorso inammissibile, una decisione con importanti conseguenze non solo processuali ma anche economiche per chi agisce in giudizio. Analizziamo una recente ordinanza per comprendere meglio la questione.
I Fatti del Caso
Un cittadino, a seguito di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro in data 05 febbraio 2024, decideva di presentare ricorso per Cassazione. L’obiettivo era quello di ottenere una revisione della decisione di secondo grado. Il caso è stato quindi assegnato alla Settima Sezione Penale della Suprema Corte, con udienza fissata per il 09 aprile 2025.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti, ha emesso un’ordinanza con una decisione netta e definitiva: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa pronuncia impedisce alla Corte di entrare nel merito della vicenda, ovvero di valutare se le ragioni del ricorrente fossero fondate o meno. La declaratoria di inammissibilità tronca il processo sul nascere, confermando in via definitiva la sentenza impugnata.
Le conseguenze di un ricorso inammissibile
La decisione non si è limitata a chiudere il procedimento. La Corte ha condannato il ricorrente a subire due conseguenze economiche dirette:
1. Pagamento delle spese processuali: Il ricorrente è stato obbligato a farsi carico di tutti i costi legati al procedimento di Cassazione.
2. Versamento alla Cassa delle ammende: È stata inoltre disposta la condanna al pagamento di una somma pari a tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria che si aggiunge alle spese processuali.
Le Motivazioni della Decisione
L’ordinanza in esame è molto sintetica e non esplicita nel dettaglio i motivi specifici che hanno portato a giudicare il ricorso inammissibile. Tuttavia, in ambito procedurale, le ragioni possono essere molteplici: la presentazione del ricorso fuori dai termini di legge, la mancanza di motivi specifici previsti dal codice di procedura penale, o la proposizione di censure che mirano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. La motivazione della condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria, invece, è una conseguenza diretta e automatica prevista dalla legge proprio per i casi di inammissibilità, con lo scopo di sanzionare l’abuso dello strumento processuale e di scoraggiare impugnazioni palesemente infondate o dilatorie.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla Corte di Cassazione non è un diritto incondizionato, ma è subordinato al rispetto di precise regole procedurali. Un ricorso inammissibile non solo non produce alcun risultato utile per il ricorrente, ma comporta anche significative sanzioni economiche. È quindi cruciale, prima di intraprendere un’impugnazione, affidarsi a un legale esperto che possa valutare attentamente la sussistenza dei presupposti di ammissibilità, per evitare di incorrere in costi ingenti e nella conferma definitiva della sentenza sfavorevole.
Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorso non viene esaminato nel merito, la sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
A quanto ammonta la sanzione in questo caso specifico?
In questo caso, la Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, oltre alle spese del procedimento.
La Corte ha valutato le ragioni del ricorrente?
No. La dichiarazione di inammissibilità è una decisione preliminare che impedisce al giudice di esaminare la fondatezza delle questioni sollevate. La Corte si è fermata alla verifica dei requisiti formali e sostanziali dell’atto di ricorso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 15638 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 15638 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 09/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a ROSSANO il 16/06/1981
avverso la sentenza del 05/02/2024 della CORTE APPELLO di CATANZARO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che l’imputato COGNOME Daniele ricorre avverso la sentenza con cui la Corte di appello di Catanzaro ne ha confermato la condanna per il reato di
tentato furto in abitazione;
Ritenuto che l’unico motivo di ricorso, che deduce vizio di motivazione in riferimento alla esclusone della causa di non punibilità di cui all’art. 131-
bis cod.
pen., è inammissibile in quanto prospetta deduzioni generiche e prive delle ragioni di diritto e dei dati di fatto che sorreggono le richieste, in particolare, a fronte del
riconoscimento della recidiva ex art. 99, quarto comma, cod. pen., il ricorrente, non indichi le ragioni che porterebbero a ritenere non sussistente la causa ostativa
della comportamento abituale;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di
euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 09/04/2025