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Ricorso inammissibile: le conseguenze economiche

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso un’ordinanza della Corte d’Appello di Milano. La decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di 500 euro a favore della cassa delle ammende, evidenziando le serie conseguenze economiche di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di una Recente Ordinanza

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede il rispetto di rigorosi requisiti formali e sostanziali. Quando questi non vengono soddisfatti, si incorre in una declaratoria di ricorso inammissibile, una decisione che non solo pone fine al percorso giudiziario ma comporta anche significative conseguenze economiche. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di questo esito processuale e delle sue implicazioni.

I Fatti di Causa

Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato da un cittadino avverso un’ordinanza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 8 gennaio 2025. Sentendosi leso da tale provvedimento, il soggetto ha deciso di adire la Suprema Corte di Cassazione per ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado. Il procedimento è stato assegnato alla Settima Sezione Penale, che ha fissato l’udienza per la discussione del caso.

La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Inammissibile

Dopo aver esaminato gli atti e ascoltato la relazione del Consigliere designato, la Corte di Cassazione ha emesso la sua decisione. L’esito è stato netto e sfavorevole per l’appellante: il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Questa statuizione impedisce alla Corte di entrare nel merito della questione, ovvero di valutare se le doglianze del ricorrente fossero fondate o meno. La declaratoria di inammissibilità agisce come un filtro, bloccando sul nascere le impugnazioni che non rispettano le precise regole stabilite dal codice di procedura penale. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma, ritenuta congrua dai giudici, pari a cinquecento euro in favore della cassa delle ammende.

Le Motivazioni

Sebbene l’ordinanza non entri in un’analisi dettagliata delle ragioni specifiche che hanno portato alla decisione, la formula utilizzata nel dispositivo, “P.Q.M. (Per Questi Motivi)”, sintetizza l’iter logico-giuridico seguito dai giudici. La Corte ha riscontrato l’esistenza di una “causa di inammissibilità”, un vizio insanabile che ha precluso l’esame del ricorso nel merito. Le cause possono essere molteplici: dalla tardività della presentazione, alla mancanza di motivi specifici richiesti dalla legge, fino all’impugnazione di provvedimenti non ricorribili in Cassazione. La decisione di condannare il ricorrente al pagamento di una somma alla cassa delle ammende non è una punizione accessoria, ma una conseguenza diretta prevista dalla legge per sanzionare l’abuso dello strumento processuale e per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o non conformi alle norme.

Le Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia, specialmente al suo grado più alto, deve avvenire nel pieno rispetto delle regole procedurali. Un ricorso inammissibile non è solo un’occasione persa per far valere le proprie ragioni, ma si trasforma in un costo concreto per chi lo propone. La condanna alle spese processuali e alla sanzione pecuniaria serve a responsabilizzare le parti e i loro difensori, sottolineando l’importanza di una valutazione attenta e professionale prima di intraprendere un’impugnazione. Per i cittadini, ciò significa affidarsi a professionisti competenti in grado di valutare la reale sussistenza dei presupposti per un ricorso in Cassazione, evitando così esiti sfavorevoli e onerose conseguenze economiche.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento.

Oltre alle spese processuali, quale altra sanzione economica può essere applicata?
In caso di inammissibilità del ricorso, il ricorrente può essere condannato anche al pagamento di una somma in favore della cassa delle ammende. Nel caso di specie, tale somma è stata fissata in cinquecento euro.

Perché il ricorrente deve pagare una somma alla cassa delle ammende?
Questa sanzione pecuniaria è prevista dalla legge per scoraggiare la presentazione di ricorsi che non rispettano i requisiti legali. I fondi raccolti dalla cassa delle ammende vengono utilizzati per finanziare progetti di reinserimento sociale per i detenuti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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