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Ricorso inammissibile: le conseguenze economiche

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza del GIP. L’ordinanza condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro alla Cassa delle ammende, evidenziando le gravi conseguenze di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza

L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma il suo esercizio è regolato da norme precise. Quando un’impugnazione non rispetta tali regole, le conseguenze possono essere significative, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Il caso in esame riguarda un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza del GIP del Tribunale di Marsala, che si è concluso non solo con un rigetto, but anche con una pesante sanzione economica per il ricorrente. Questo provvedimento offre uno spunto cruciale per comprendere l’importanza della diligenza e della tecnica giuridica nella presentazione dei ricorsi.

I Fatti del Caso: Un Appello Respinto in Partenza

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Marsala in data 2 dicembre 2024. L’imputato, cercando di far valere le proprie ragioni, ha deciso di impugnare la decisione direttamente davanti alla Corte di Cassazione, il più alto grado di giurisdizione del nostro ordinamento.

Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato. La Settima Sezione Penale della Corte, dopo aver dato avviso alle parti e ascoltato la relazione del Consigliere designato, ha emesso un’ordinanza che ha troncato sul nascere le aspettative del ricorrente.

La Decisione della Corte: Dichiarazione di Inammissibilità

Il cuore del provvedimento è la sua statuizione finale, espressa nella formula “Dichiara inammissibile il ricorso”. Questa decisione significa che la Corte di Cassazione non è nemmeno entrata nel merito delle questioni sollevate dall’imputato. In altre parole, i giudici non hanno valutato se le doglianze fossero fondate o meno, ma si sono fermati a un controllo preliminare, riscontrando che l’atto di impugnazione era privo dei requisiti minimi richiesti dalla legge per poter essere esaminato.

Le Conseguenze di un Ricorso Inammissibile

La dichiarazione di inammissibilità non è una mera formalità. Essa comporta conseguenze giuridiche ed economiche ben precise e spesso onerose per chi ha proposto l’impugnazione. Nello specifico, la Corte ha condannato il ricorrente a due pagamenti distinti:

1. Pagamento delle spese processuali: si tratta dei costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento davanti alla Corte.
2. Pagamento di una sanzione pecuniaria: una somma di 3.000,00 euro da versare in favore della Cassa delle ammende, ritenuta equa dalla Corte. Questa sanzione ha una funzione deterrente, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o proposti senza il rispetto delle regole procedurali, che congestionano inutilmente il sistema giudiziario.

Le Motivazioni

Sebbene l’ordinanza sia molto sintetica e non espliciti le ragioni specifiche dell’inammissibilità (prassi comune per le decisioni di questa sezione “filtro” della Cassazione), la motivazione della condanna alle spese e alla sanzione risiede proprio nella natura del ricorso inammissibile. Il legislatore, infatti, prevede queste conseguenze economiche come un correttivo per l’abuso dello strumento processuale. Presentare un ricorso che non supera il vaglio preliminare di ammissibilità è considerato un’azione che provoca un dispendio di risorse pubbliche. La sanzione pecuniaria, quindi, non punisce l’eventuale colpevolezza nel merito, ma l’aver attivato inutilmente la macchina della giustizia di legittimità.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’impugnazione, specialmente in Cassazione, è uno strumento tecnico che deve essere utilizzato con perizia e cognizione di causa. Un ricorso inammissibile non solo impedisce l’esame nel merito delle proprie ragioni, ma espone il ricorrente a conseguenze economiche rilevanti. La condanna al pagamento di 3.000 euro alla Cassa delle ammende serve da monito: la via del ricorso deve essere intrapresa solo quando sussistono validi e specifici motivi di diritto, formulati nel rispetto rigoroso delle norme procedurali, per evitare di incorrere in sanzioni che aggravano la propria posizione processuale ed economica.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo caso specifico?
In questo caso, la Corte di Cassazione ha stabilito una sanzione pecuniaria, ritenuta equa, pari a 3.000,00 euro.

La Corte di Cassazione ha esaminato il merito della questione nel decidere?
No. Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito delle ragioni presentate, ma si ferma a una valutazione preliminare sulla correttezza formale e sostanziale dell’atto di impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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