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Ricorso inammissibile: le conseguenze economiche

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. La decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza e le Conseguenze Economiche

L’accesso alla Corte di Cassazione, massimo organo della giustizia italiana, è regolato da norme procedurali molto stringenti. Un recente provvedimento della Settima Sezione Penale chiarisce le conseguenze di un’impugnazione che non rispetta tali requisiti, dichiarando il ricorso inammissibile e condannando il proponente a significative sanzioni economiche. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere l’importanza di una corretta impostazione processuale.

I Fatti del Caso in Esame

La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 14 febbraio 2024. Il ricorrente, cercando di ottenere una revisione della decisione di secondo grado, ha adito la Corte di Cassazione. Tuttavia, l’esito del giudizio di legittimità è stato netto e sfavorevole, portando a una declaratoria di inammissibilità.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile e Condanna

Con ordinanza del 26 marzo 2025, la Corte di Cassazione ha posto fine al percorso giudiziario del ricorrente. I giudici supremi, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere incaricato e dato avviso alle parti, hanno deciso di non entrare nel merito della questione.

Il cuore della decisione risiede nella dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Come diretta conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento di due diverse somme:
1. Le spese processuali, ovvero i costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento.
2. Una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista dalla legge per scoraggiare impugnazioni manifestamente infondate o dilatorie.

Le Motivazioni della Decisione

L’ordinanza in esame è molto sintetica e non esplicita nel dettaglio le ragioni specifiche che hanno portato a qualificare il ricorso come inammissibile. Tuttavia, in base alla prassi e alla normativa processuale penale, possiamo delineare le cause più comuni che portano a una simile pronuncia. Un ricorso in Cassazione è tipicamente dichiarato inammissibile quando:

* Manca di specificità: i motivi di impugnazione sono generici e non individuano con precisione le violazioni di legge o i vizi di motivazione della sentenza impugnata.
* Propone questioni di merito: il ricorrente chiede alla Cassazione una nuova valutazione dei fatti, compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado. La Corte Suprema, infatti, è giudice di legittimità, non di merito.
* È presentato fuori termine: l’impugnazione non rispetta i termini perentori stabiliti dalla legge.
* Manca di interesse ad agire: il ricorrente non ha un interesse concreto e attuale a ottenere l’annullamento della sentenza.

Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che il ricorso proposto rientrasse in una di queste casistiche, rendendo impossibile un esame della fondatezza delle doglianze.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’impugnazione in Cassazione non è una terza istanza di giudizio, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge. La dichiarazione di ricorso inammissibile non solo rende definitiva la sentenza impugnata, ma comporta anche conseguenze economiche rilevanti per chi ha intrapreso l’azione legale in modo avventato. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione alla Cassa delle ammende funge da deterrente, sottolineando la necessità di affidarsi a professionisti esperti che possano valutare attentamente i presupposti per un ricorso prima di presentarlo.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. La sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, come nel caso di specie, di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo caso?
Nell’ordinanza esaminata, la Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, oltre al pagamento delle spese processuali.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
L’ordinanza non entra nel dettaglio dei motivi specifici. Tuttavia, un ricorso viene generalmente dichiarato inammissibile quando manca dei requisiti previsti dalla legge, come la specificità dei motivi, oppure quando propone una rivalutazione dei fatti, che non è compito della Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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