Ricorso Inammissibile: Analisi di un’Ordinanza della Cassazione
L’esito di un processo non dipende solo dalla fondatezza delle proprie ragioni, ma anche dal rigoroso rispetto delle regole procedurali. Un esempio emblematico è il caso di un ricorso inammissibile, una situazione in cui l’organo giudicante, in questo caso la Corte di Cassazione, non entra nemmeno nel merito della questione a causa di vizi formali o procedurali dell’atto di impugnazione. Analizziamo un’ordinanza recente per comprendere le gravi conseguenze, soprattutto economiche, di questa declaratoria.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte di Appello di Roma nel maggio 2024. La parte ricorrente, insoddisfatta della decisione di secondo grado, ha tentato la via dell’ultimo grado di giudizio per far valere le proprie tesi. Tuttavia, il suo percorso si è interrotto bruscamente prima ancora che i giudici potessero valutare la fondatezza delle sue doglianze.
La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile e le sue Conseguenze
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con un’ordinanza emessa a gennaio 2025, ha posto fine al procedimento in modo netto e perentorio. L’ordinanza ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non significa che la Corte abbia dato torto o ragione alla ricorrente nel merito, ma semplicemente che l’atto di ricorso non possedeva i requisiti minimi richiesti dalla legge per poter essere esaminato.
Le conseguenze di tale declaratoria sono state immediate e pesanti:
1. Condanna al pagamento delle spese processuali: la parte ricorrente è stata obbligata a sostenere tutti i costi del procedimento.
2. Condanna al versamento di una somma alla Cassa delle ammende: oltre alle spese, è stata imposta una sanzione pecuniaria di tremila euro. Questo importo non va alla controparte, ma a un fondo statale destinato al miglioramento del sistema carcerario e al reinserimento dei detenuti.
Le Motivazioni
L’ordinanza in esame è estremamente sintetica e non esplicita i motivi specifici che hanno portato a dichiarare il ricorso inammissibile. Questo è tipico delle decisioni della Settima Sezione, che svolge una funzione di “filtro” per i ricorsi. La motivazione, seppur non dettagliata, risiede implicitamente nel riscontro di un vizio che osta all’esame del merito. Le cause di inammissibilità sono molteplici e previste dal codice di procedura: il ricorso potrebbe essere stato presentato fuori termine, da un soggetto non legittimato, per motivi non consentiti dalla legge o, più frequentemente, per la genericità e la manifesta infondatezza dei motivi addotti, che non criticano specificamente la decisione impugnata. La sanzione pecuniaria serve proprio a scoraggiare la presentazione di impugnazioni avventate o puramente dilatorie, che congestionano il sistema giudiziario.
Le Conclusioni
Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia, e in particolare al giudizio di legittimità, è subordinato al rispetto di precise regole formali e sostanziali. La declaratoria di inammissibilità non è una mera formalità, ma una sanzione processuale con rilevanti implicazioni economiche. Serve come monito per le parti e i loro difensori sull’importanza di redigere atti di impugnazione rigorosi, specifici e fondati su motivi legalmente validi. Affidarsi a un professionista competente è essenziale per evitare non solo una sconfitta nel merito, ma anche una condanna preliminare che chiude ogni porta a un’ulteriore discussione del caso.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che il ricorso viene respinto dalla Corte per difetti formali o procedurali, senza che i giudici ne esaminino il contenuto e le ragioni di merito.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in ambito penale?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata a pagare sia le spese del procedimento sia una sanzione pecuniaria (nel caso di specie, 3.000 euro) a favore della Cassa delle ammende.
Perché viene imposta una sanzione a favore della Cassa delle ammende?
Questa sanzione ha una funzione deterrente: mira a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati, dilatori o non conformi alla legge, per non sovraccaricare inutilmente il lavoro della Corte di Cassazione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16023 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16023 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 08/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a MONTEROTONDO il 06/12/1971
avverso la sentenza del 22/05/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
MOTIVI DELLA DECISIONE
NOME COGNOME ricorre avverso la sentenza, in epigrafe indicata, della
Corte di appello di Roma che ha confermato la pronuncia di condanna, resa il 12 gennaio 2023 dal Tribunale di Velletri, per il reato di cui all’art.
d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115.
che l’unico motivo sollevato (Difetto e contraddittorietà della
Ritenuto motivazione) non è consentito in sede di legittimità, perché
manifestamente infondato e meramente riproduttivo di profili di censura già adeguatamente vagliati e correttamente disattesi dalla Corte territoriale
(p .1 sent. app.).
pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile,
Rilevato, con la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e
della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 8 gennaio 2025
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Il Consigliere estensore
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Il Pre
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