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Ricorso inammissibile: le conseguenze del motivo generico

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2716/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile perché basato su motivi generici e ripetitivi, già esaminati in appello. La decisione sottolinea che un ricorso inammissibile comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, confermando la decisione della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Rigetta l’Appello per Motivi Generici

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio, ma non è un’opzione da percorrere alla leggera. Un ricorso inammissibile può non solo confermare la sentenza precedente, ma anche comportare significative conseguenze economiche per chi lo propone. Con l’ordinanza in esame, la Suprema Corte ribadisce i criteri di rigore per l’accesso al giudizio di legittimità, sanzionando la presentazione di impugnazioni generiche e meramente ripetitive.

Il Caso in Analisi: Un Appello Respinto

La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il ricorrente, insoddisfatto della decisione di secondo grado, ha deciso di rivolgersi alla Corte di Cassazione per ottenere l’annullamento della condanna. Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato. L’analisi della Suprema Corte si è concentrata non sul merito della questione, ma sulla struttura e sui contenuti stessi dell’atto di ricorso.

La Decisione della Corte: Dichiarazione di Inammissibilità

La Corte di Cassazione ha esaminato l’atto e ha concluso per la sua totale inammissibilità. Questa decisione non entra nel vivo della controversia, ma si ferma a un livello preliminare, constatando che il ricorso manca dei requisiti minimi per poter essere discusso. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello è diventata definitiva, e al ricorrente sono state addebitate ulteriori sanzioni.

Le Motivazioni alla Base del Ricorso Inammissibile

La Corte ha fondato la sua decisione su tre pilastri fondamentali:

1. Motivo Generico: Il ricorso è stato giudicato ‘generico’. Ciò significa che le critiche mosse alla sentenza impugnata non erano specifiche e dettagliate, ma si limitavano a contestazioni vaghe, impedendo alla Corte di individuare il punto esatto di diritto che si assumeva violato.
2. Questione di Fatto: L’appello si concentrava su questioni di fatto, tentando di ottenere una nuova valutazione delle prove. La Corte di Cassazione, tuttavia, è un giudice di ‘legittimità’, non di ‘merito’. Il suo compito non è riesaminare come si sono svolti i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione delle norme giuridiche da parte dei giudici dei gradi precedenti.
3. Carattere Reiterativo: Il ricorso è stato ritenuto ‘meramente reiterativo’. In pratica, il ricorrente non ha fatto altro che riproporre le stesse identiche argomentazioni già presentate, valutate e respinte dalla Corte d’Appello, senza introdurre nuovi profili di censura. Questa pratica è considerata inutile e dilatoria.

Le Conseguenze Economiche: Spese e Sanzioni

Oltre a vedere il proprio ricorso respinto, il proponente è stato condannato al pagamento delle spese processuali. Ma non solo. La Corte ha imposto anche il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione aggiuntiva si basa sul principio, affermato anche dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 186 del 2000), secondo cui chi propone un ricorso con colpa, cioè in assenza dei presupposti di legge e con argomenti palesemente infondati, deve subire una sanzione per aver inutilmente attivato il sistema giudiziario.

Le Conclusioni

Questa ordinanza serve da monito: il ricorso in Cassazione è uno strumento serio che richiede precisione tecnica e argomentazioni giuridiche solide e pertinenti. Proporre un appello basato su motivi generici, fattuali o semplicemente ripetitivi non solo è destinato all’insuccesso, ma espone il ricorrente a conseguenze economiche rilevanti. La decisione rafforza la funzione deflattiva del giudizio di inammissibilità, scoraggiando impugnazioni pretestuose e garantendo che solo le questioni di diritto meritevoli di approfondimento arrivino all’esame della Suprema Corte.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché deduceva un motivo generico, era basato su questioni di fatto non riesaminabili in Cassazione ed era meramente reiterativo di censure già valutate e respinte dalla Corte d’Appello.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

È sempre possibile ricorrere in Cassazione senza rischi economici?
No. Come dimostra questa ordinanza, se il ricorso viene giudicato inammissibile per colpa del ricorrente (ad esempio perché manifestamente infondato o ripetitivo), scatta una condanna al pagamento non solo delle spese, ma anche di una sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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