Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di una Decisione Procedurale
L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile. Con una decisione netta, la Suprema Corte ha posto fine al percorso giudiziario di un imputato, confermando la sentenza di secondo grado e aggiungendo sanzioni economiche. Questo caso evidenzia l’importanza cruciale del rispetto dei requisiti formali e sostanziali nell’accesso al giudizio di legittimità.
Il Percorso Giudiziario fino alla Cassazione
Il caso ha origine da un ricorso presentato contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino nell’ottobre del 2024. L’imputato, non accettando la decisione dei giudici di secondo grado, ha deciso di avvalersi dell’ultimo grado di giudizio, proponendo ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione. Quest’ultima, tuttavia, non è entrata nel merito della questione, fermandosi a una valutazione preliminare di ammissibilità.
La Natura del Ricorso Inammissibile
Quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, significa che l’atto di impugnazione presenta dei vizi che ne impediscono l’esame nel merito. Non si tratta di una valutazione sulla fondatezza o meno delle ragioni dell’imputato, ma di un filtro procedurale. Le cause di inammissibilità possono essere molteplici: la presentazione del ricorso fuori dai termini di legge, la mancanza di motivi specifici previsti dal codice di procedura, o la proposizione di censure che richiederebbero un riesame dei fatti, attività preclusa al giudice di legittimità.
Le Conseguenze Economiche della Decisione
L’ordinanza in esame non si limita a respingere il ricorso, ma condanna il ricorrente a subire conseguenze economiche significative. In primo luogo, egli è tenuto al pagamento delle spese processuali sostenute nello stadio di legittimità. In secondo luogo, e come sanzione per aver adito la Corte con un ricorso privo dei presupposti di legge, viene condannato al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione ha uno scopo deterrente, mirando a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori che appesantiscono il sistema giudiziario.
Le Motivazioni della Decisione
Le motivazioni di un’ordinanza che dichiara l’inammissibilità sono tipicamente concise. Il collegio giudicante, presieduto in questo caso dalla Dott.ssa Calvanese e con relatore il Dott. Costantini, non ha avuto bisogno di analizzare le argomentazioni di fatto o di diritto relative al reato contestato. La motivazione si è concentrata esclusivamente sulla rilevazione di un vizio procedurale o di un difetto intrinseco dell’atto di ricorso, tale da renderlo non scrutinabile nel merito. La decisione stessa, quindi, si fonda sulla mancanza dei requisiti essenziali che la legge impone per poter accedere validamente al giudizio della Suprema Corte.
Conclusioni: La Finalità del Giudizio di Legittimità
In conclusione, questo provvedimento ribadisce la funzione della Corte di Cassazione come giudice di legittimità e non di merito. La dichiarazione di ricorso inammissibile serve a preservare l’efficienza del sistema giudiziario, sanzionando l’abuso dello strumento processuale. Per il ricorrente, tale decisione comporta non solo la definitiva conferma della sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello, ma anche un onere economico aggiuntivo, a testimonianza della serietà con cui l’ordinamento considera il corretto esercizio del diritto di impugnazione.
Cosa significa quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il merito delle questioni sollevate, ma rigetta l’impugnazione perché non rispetta i requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge per accedere al giudizio di legittimità.
Quali sono state le conseguenze per chi ha presentato il ricorso in questo caso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver proposto un ricorso inammissibile.
La dichiarazione di inammissibilità implica che la sentenza precedente era giusta nel merito?
Non direttamente. La Corte non si è pronunciata sulla correttezza della decisione di merito della Corte d’Appello. L’inammissibilità del ricorso, tuttavia, rende quella sentenza definitiva e non più impugnabile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14305 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14305 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 31/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a POLISTENA il 22/01/1987
avverso la sentenza del 22/10/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
N. 41792/24 COGNOME
OSSERVA
Visti gli atti e la sentenza impugnata;
esaminato il motivo di ricorso che contesta la correttezza della motivazione
posta alla base della dichiarazione di responsabilità in relazione al reato di cui all’art. 385 cod. pen. non è consentito dalla legge in sede di legittimità perché
strumentale all’alternativa rivalutazione delle fonti di prova che il provvedimento impugnato ha sviluppato con argomentazioni connotate da lineare e coerente
logicità sulla base dell’esauriente disamina dei dati probatori (si vadano da pagg.
2 e 7 della sentenza della Corte d’Appello di Torino);
pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la rilevato,
condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende, Così deciso il 31/03/2025