Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza
L’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione che analizziamo oggi offre uno spunto fondamentale per comprendere il concetto di ricorso inammissibile e le sue dirette conseguenze nel processo penale. Sebbene il documento sia estremamente sintetico, la sua conclusione è netta e rappresenta un esito comune per molte impugnazioni che non superano il vaglio preliminare della Suprema Corte. Questo tipo di decisione, infatti, non entra nel merito della questione, ma si ferma a un gradino prima, sancendo l’impossibilità di procedere all’esame della richiesta a causa di vizi formali o sostanziali dell’atto di impugnazione.
I Fatti Processuali
Il caso in esame ha origine dal ricorso presentato da una donna avverso una sentenza emessa dal Tribunale di Locri in data 14 dicembre 2021. La ricorrente, ritenendo ingiusto il provvedimento del giudice di primo grado, ha deciso di adire la Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio del nostro ordinamento, per far valere le proprie ragioni. Il procedimento è giunto dinanzi alla settima sezione penale della Corte, che ha fissato l’udienza per la discussione il 13 giugno 2025.
La Decisione della Corte e il filtro del ricorso inammissibile
Con l’ordinanza del 13 giugno 2025, la Corte di Cassazione ha concluso il procedimento senza analizzare nel dettaglio le doglianze della ricorrente. La decisione è stata quella di dichiarare il ricorso inammissibile. Questa pronuncia ha un significato prettamente processuale: i giudici non hanno stabilito se la ricorrente avesse torto o ragione nel merito della vicenda, ma hanno rilevato che il suo ricorso non possedeva i requisiti minimi richiesti dalla legge per poter essere esaminato. Di conseguenza, la sentenza del Tribunale di Locri è divenuta definitiva e non più impugnabile.
Le Motivazioni
Sebbene l’ordinanza non espliciti nel dettaglio le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo delineare le cause più frequenti che conducono a tale esito. Un ricorso inammissibile può derivare da una molteplicità di vizi, tra cui:
* Mancanza dei motivi specifici: il ricorso non indica in modo chiaro e preciso quali norme di legge si assumono violate o quali vizi logici inficiano la sentenza impugnata.
* Proposizione per motivi non consentiti: si tenta di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione dei fatti, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non alla Suprema Corte, che è giudice di legittimità.
* Presentazione fuori termine: il ricorso è stato depositato oltre i termini perentori previsti dalla legge.
* Difetto di legittimazione: il ricorso è stato proposto da un soggetto non autorizzato dalla legge a farlo.
La Corte, nel caso di specie, ha evidentemente riscontrato uno di questi difetti, che ha impedito la prosecuzione del giudizio.
Le Conclusioni
Le implicazioni pratiche di una declaratoria di inammissibilità sono significative. In primo luogo, la sentenza impugnata passa in giudicato, diventando definitiva. In secondo luogo, come si evince dalla decisione, la parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. Tale sanzione, prevista dall’articolo 616 del codice di procedura penale, ha una funzione dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di impugnazioni palesemente infondate o dilatorie, che congestionano il sistema giudiziario. Questa ordinanza, pertanto, serve da monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione rigorosi e fondati su motivi legalmente validi.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione (cioè se la richiesta del ricorrente fosse fondata o meno), ma ha rilevato un vizio formale o procedurale nell’atto di ricorso che ne ha impedito la trattazione, rendendo la sentenza precedente definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche per chi propone un ricorso inammissibile?
La parte il cui ricorso è dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro a titolo di sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.
La decisione di inammissibilità della Cassazione può essere a sua volta impugnata?
No, le ordinanze e le sentenze della Corte di Cassazione sono provvedimenti definitivi e non possono essere oggetto di ulteriore impugnazione ordinaria. La dichiarazione di inammissibilità chiude permanentemente il caso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 23614 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 23614 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 13/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a LOCRI il 13/06/1975
avverso la sentenza del 14/12/2021 del TRIBUNALE di LOCRI udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
Rilevato che l’impugnazione – qualificata come “atto di appello” e poi convertita in ricors cassazione essendo stata inflitta dal Tribunale di Locri la sola pena pecuniaria – prop
nell’interesse di NOME COGNOME per il ministero del difensore di fiducia, avv. COGNOME del foro di Reggio Calabria, è inammissibile perché l’indicato difensore non è iscritto a
speciale dei Cassazionisti, come risulta dalla certificazione in atti;
stante l’inammissibilità del ricorso e, a norma dell’art. 616 cod. proc. pen., non ravvis assenza di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Corte Cost. sent. n. 1
del 13/06/2000), alla condanna della ricorrente al pagamento delle spese del procedimento consegue quella al pagamento della sanzione pecuniaria nella misura, ritenuta equa, di 3.000
euro in favore della Cassa delle ammende
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spe processuali e della somma di C 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in Roma, il 13 giugno 2025.