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Ricorso inammissibile: la genericità dei motivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa della genericità dei motivi presentati. Il ricorrente non ha specificato gli elementi a sostegno della sua censura contro la sentenza d’appello, violando i requisiti di legge. Di conseguenza, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile per genericità: l’importanza della specificità dei motivi

Quando si presenta un’impugnazione, la precisione è tutto. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci ricorda una regola fondamentale del processo penale: un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di motivi di impugnazione vaghi e non circostanziati. Questo principio, sancito dal Codice di Procedura Penale, mira a garantire l’efficienza del sistema giudiziario, evitando che i giudici di legittimità debbano interpretare o supplire alle carenze argomentative della difesa.

Il caso in esame

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il ricorrente lamentava, in un unico e stringato motivo, la mancata valutazione da parte dei giudici di merito circa la possibile sussistenza di cause di proscioglimento. In sostanza, la difesa contestava la decisione senza però articolare in modo specifico quali elementi fossero stati trascurati o erroneamente interpretati dalla Corte territoriale.

La decisione della Corte di Cassazione e i requisiti del ricorso

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine della procedura penale, cristallizzato nell’articolo 581, comma 1, lettera d), del codice di rito. Questa norma impone al ricorrente di indicare in modo specifico le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta. Non è sufficiente una critica generica alla sentenza impugnata; è necessario, invece, un confronto puntuale con le argomentazioni del giudice precedente, evidenziando gli specifici errori che si ritiene siano stati commessi.

Le motivazioni della decisione

I giudici di legittimità hanno qualificato il motivo di ricorso come ‘generico per indeterminatezza’. La Corte ha osservato che, a fronte di una motivazione della sentenza d’appello ritenuta logicamente corretta, il ricorrente non aveva fornito alcun elemento specifico a sostegno della propria censura. Tale carenza ha impedito alla Corte di Cassazione di individuare i rilievi mossi e di esercitare il proprio sindacato. L’impugnazione si è risolta in una mera affermazione di dissenso, priva di quel contenuto critico e argomentativo che la legge richiede. Di conseguenza, il ricorso non poteva che essere dichiarato inammissibile, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni: le implicazioni pratiche

Questa pronuncia ribadisce una lezione cruciale per chiunque operi nel diritto penale: la redazione di un atto di impugnazione è un’attività che richiede massima diligenza e precisione. Un ricorso inammissibile non è solo un’occasione persa per far valere le proprie ragioni, ma comporta anche conseguenze economiche negative per l’assistito. Per evitare tale esito, è indispensabile che i motivi di ricorso siano dettagliati, specifici e direttamente collegati alle argomentazioni della sentenza che si intende contestare, dimostrando in modo chiaro e inequivocabile le presunte violazioni di legge o i vizi di motivazione.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché il motivo presentato era generico e indeterminato, privo degli elementi specifici richiesti dall’art. 581, comma 1, lett. d) del Codice di Procedura Penale, necessari per individuare le critiche mosse alla sentenza impugnata.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Cosa significa che il motivo di ricorso era ‘generico’?
Significa che la contestazione alla sentenza d’appello era formulata in modo vago, senza indicare quali specifici elementi di fatto o di diritto fossero stati trascurati o mal interpretati, impedendo così al giudice di comprendere e valutare la fondatezza della critica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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