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Ricorso inammissibile: la decisione della Cassazione

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i motivi di un ricorso inammissibile. Il caso riguarda un appello contro una sentenza della Corte d’Appello di Palermo, respinto perché le motivazioni erano una mera riproposizione di argomenti già valutati. La Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Condanna alle Spese

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, è fondamentale comprendere i limiti del giudizio di legittimità per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile. Con una recente ordinanza, la Suprema Corte ha ribadito i principi consolidati in materia, sottolineando come la mera riproposizione delle argomentazioni già esaminate nei gradi di merito non sia sufficiente per ottenere un riesame del caso. Analizziamo insieme la decisione e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo. Il ricorrente, attraverso il suo difensore, ha cercato di contestare la decisione dei giudici di secondo grado, sollevando una serie di censure relative alla valutazione dei fatti e delle prove.

Tuttavia, il ricorso non ha superato il vaglio preliminare di ammissibilità, portando a una decisione netta da parte della Suprema Corte.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con ordinanza del 14 gennaio 2025, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione impedisce alla Corte di entrare nel merito delle questioni sollevate, chiudendo definitivamente il caso.

Le Motivazioni: Perché un ricorso è inammissibile?

La Corte ha basato la sua decisione su un principio cardine del nostro ordinamento processuale: il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non un terzo grado di merito. Questo significa che la Suprema Corte non può riesaminare i fatti come farebbe un tribunale o una corte d’appello, ma deve limitarsi a verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata.

Nel caso specifico, i giudici hanno rilevato che le doglianze difensive presentate nel ricorso erano una semplice riproduzione di quelle già avanzate e respinte dalla Corte d’Appello. Il ricorrente non ha individuato specifici e decisivi “travisamenti di emergenze processuali”, ovvero gravi errori nella lettura delle prove, né ha evidenziato vizi logici o giuridici nella motivazione della sentenza di secondo grado. Il ricorso, pertanto, si configurava come un tentativo di ottenere una nuova valutazione del merito, attività preclusa alla Corte di Cassazione.

A sostegno della propria tesi, la Corte ha richiamato precedenti giurisprudenziali consolidati (tra cui Cass. Pen., Sez. 2, n. 20193/2017 e Cass. Pen., Sez. 2, n. 53017/2016), che confermano come un ricorso generico e ripetitivo debba essere dichiarato inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre importanti spunti di riflessione. In primo luogo, evidenzia l’importanza di redigere un ricorso per Cassazione in modo tecnicamente corretto, concentrandosi sui vizi di legittimità (violazione di legge o vizi di motivazione) e non sulla ricostruzione dei fatti. Un appello generico o che si limita a ripetere le argomentazioni precedenti è destinato a fallire.

In secondo luogo, la condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria, oltre alle spese processuali, funge da deterrente contro la proposizione di ricorsi palesemente infondati o dilatori. Questa misura mira a salvaguardare l’efficienza del sistema giudiziario, evitando di sovraccaricare la Suprema Corte con questioni che non rientrano nella sua competenza. Per i cittadini e i loro difensori, la lezione è chiara: il percorso verso la Cassazione richiede rigore, specificità e una profonda comprensione del suo ruolo di garante della legge.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a riproporre le stesse doglianze difensive già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza indicare specifici errori di diritto o vizi logici nella motivazione della sentenza impugnata.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Cosa insegna questa decisione sul ruolo della Corte di Cassazione?
Questa decisione ribadisce che la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non un terzo grado di merito. Il suo compito non è rivalutare i fatti del processo, ma assicurare la corretta applicazione delle norme di legge e controllare la logicità delle motivazioni delle sentenze dei giudici dei gradi inferiori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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