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Ricorso inammissibile: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 15/04/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una sentenza della Corte d’Appello di Milano. La decisione si fonda sulla constatazione che le motivazioni della corte di merito erano adeguate e prive di manifesta illogicità, come richiesto dall’art. 606 c.p.p., portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Motivazione Resiste al Vaglio della Cassazione

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione valuti i ricorsi e di quali siano i limiti del suo sindacato. La dichiarazione di ricorso inammissibile non è un esito raro e sottolinea l’importanza di formulare censure specifiche e pertinenti, evitando critiche generiche alla sentenza impugnata. Questo caso ci permette di approfondire il concetto di ‘manifesta illogicità’ della motivazione, uno dei vizi che possono portare all’annullamento di una sentenza.

I Fatti del Caso

Un imputato proponeva ricorso per cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 11 novembre 2024. Il ricorso mirava a contestare sia la valutazione sulla responsabilità penale sia il trattamento sanzionatorio applicato, sostenendo la presenza di vizi nella motivazione redatta dai giudici di secondo grado.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 15 aprile 2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione si basa su una valutazione preliminare che ha escluso la possibilità di un esame nel merito delle doglianze presentate.

Le Motivazioni dietro l’Inammissibilità del Ricorso

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione dell’articolo 606, comma 1, lettera e), del codice di procedura penale. Questa norma consente il ricorso in Cassazione per ‘mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione’. La Corte Suprema ha però un ruolo di giudice di legittimità, non di merito. Ciò significa che non può riesaminare i fatti come farebbe un tribunale di primo o secondo grado, ma solo verificare che la motivazione della sentenza impugnata sia logicamente coerente e completa.

Nel caso specifico, i giudici di legittimità hanno ‘rilevato’ che la Corte d’Appello aveva fornito una ‘adeguata motivazione’ sia sulla responsabilità dell’imputato sia sulla pena inflitta. Le argomentazioni dei giudici di merito, contenute nelle pagine 3 e 4 della sentenza, sono state giudicate ‘del tutto prive da illogicità, tanto meno manifesta’.

La Cassazione ha ‘ritenuto’ che il ricorso non superasse lo standard richiesto dalla legge per poter procedere a un annullamento. Le censure del ricorrente non hanno evidenziato una illogicità palese e immediatamente percepibile, ma si sono limitate a proporre una diversa lettura dei fatti, operazione non consentita in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: per ottenere una revisione da parte della Corte di Cassazione, non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione dei giudici di merito. È necessario dimostrare che la loro motivazione è viziata da errori logici gravi e manifesti. Un ricorso inammissibile comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’aggiunta di ulteriori oneri economici per il ricorrente, come le spese del giudizio di cassazione e il versamento alla Cassa delle ammende. Per gli operatori del diritto, questo caso serve da monito sulla necessità di redigere ricorsi tecnicamente impeccabili, focalizzati sui soli vizi di legittimità e non su una sterile riproposizione di argomenti già vagliati e respinti nei gradi di merito.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la Corte di Cassazione ha ritenuto che la motivazione della sentenza della Corte d’Appello fosse adeguata e non presentasse vizi di ‘manifesta illogicità’, come richiesto dall’art. 606, comma 1, lett. e, c.p.p.

Cosa significa che la motivazione di una sentenza non è ‘manifestamente illogica’?
Significa che il ragionamento seguito dai giudici per arrivare alla loro decisione è coerente, non contraddittorio e fondato su argomentazioni plausibili, anche se l’imputato non le condivide. La Cassazione interviene solo se l’illogicità è palese ed evidente dalla semplice lettura del provvedimento.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali sostenute per il giudizio in Cassazione e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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