Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta
L’esito di un processo non è mai scontato, ma ci sono passaggi obbligati e requisiti formali che non possono essere ignorati. Un esempio emblematico è quello del ricorso inammissibile, una decisione con cui la Corte di Cassazione sancisce l’impossibilità di esaminare un caso nel merito. In questa analisi, approfondiamo un’ordinanza che illustra perfettamente le conseguenze di tale pronuncia, dalla condanna alle spese fino al versamento di una sanzione pecuniaria.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma in data 1 luglio 2024. Il ricorrente, un uomo nato nel 1997, ha cercato di ottenere l’annullamento o la riforma della decisione di secondo grado, portando le sue doglianze dinanzi ai giudici di legittimità. La Corte, riunitasi in camera di consiglio il 14 marzo 2025, ha esaminato il ricorso proposto.
La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile
Dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere e dato avviso alle parti, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha emesso la sua decisione. Il verdetto è stato netto e perentorio: il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
Questa pronuncia non entra nel merito delle ragioni del ricorrente, ma si ferma a un livello preliminare, stabilendo che l’atto di impugnazione non possedeva i requisiti necessari per essere discusso. Di conseguenza, la Corte ha condannato il ricorrente a due distinti pagamenti:
1. Il pagamento delle spese processuali, ovvero dei costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento.
2. Il versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria che consegue alla declaratoria di inammissibilità.
Le Motivazioni
L’ordinanza in esame è estremamente sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato a dichiarare il ricorso inammissibile. Questo è comune per le ordinanze di questo tipo, dove la decisione si basa spesso su vizi procedurali evidenti. Le cause di inammissibilità di un ricorso per cassazione sono tassativamente previste dal codice di procedura penale e possono includere, ad esempio, la presentazione del ricorso fuori termine, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge, o la proposizione di questioni che riguardano il merito dei fatti, non riesaminabili in sede di legittimità. La Corte, in questo caso, ha evidentemente riscontrato uno di questi ostacoli, che ha impedito l’analisi della fondatezza delle argomentazioni del ricorrente.
Le Conclusioni
La decisione della Corte di Cassazione sottolinea un principio fondamentale del nostro ordinamento: l’accesso alla giustizia, specialmente ai suoi gradi più alti, è subordinato al rispetto di regole precise. La dichiarazione di inammissibilità non è una valutazione sulla colpevolezza o innocenza, ma una constatazione che l’atto presentato non è idoneo a innescare il giudizio di legittimità. Le conseguenze, come visto, sono concrete e onerose, comportando non solo la fine del percorso processuale ma anche un esborso economico significativo. Questo caso serve da monito sull’importanza di affidarsi a una difesa tecnica competente che sappia redigere un ricorso conforme ai dettami di legge, evitando così una chiusura prematura del procedimento.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il merito della questione perché l’atto di impugnazione non rispetta i requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge per accedere a quel grado di giudizio.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in Cassazione?
Sulla base di questo provvedimento, la parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.
Perché la Corte non ha spiegato i motivi dell’inammissibilità?
L’ordinanza è un provvedimento sintetico che spesso non riporta una motivazione dettagliata quando l’inammissibilità deriva da vizi procedurali evidenti o dalla manifesta infondatezza dei motivi, ritenuti non meritevoli di un’analisi più approfondita.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 21050 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 21050 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 14/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a ROMA il 26/05/1997
avverso la sentenza del 01/07/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato av so alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
COGNOME NOME propone ricorso per cassazione avverso la Corte di appello di Roma che, con la sentenza in epigrafe indicata, ha rideterminato in anni uno di reclusione ed euro 3.400,00
multa il trattamento sanzionatorio dell’appellante ai sensi dell’art. 599-bis cod. proc.
ordine al reato di cui all’art. 73, comma 4, d.P.R. 309 del 1990 perché deteneva, per fin spaccio, gr. 222,9 netti di hashish da cui si sarebbero potute ricavare 3351 dosi medie singol
Avverso detta sentenza ha proposto ricorso per cassazione l’imputato, deducendo la violazione di legge ed il vizio di motivazione in ordine alla determinazione della pena.
Il ricorso è inammissibile posto che la pena risulta determinata, secondo quanto specificato in sentenza, sulla base della concorde richiesta delle parti;
Quanto evidenziato dà luogo ad una causa di inammissibilità che può essere dichiarata
“de plano”,
ai sensi dell’art. 610, comma
5-bis cod. proc. pen. e che, alla presente declaratoria,
segue, per legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali ed al versamento alla Cassa delle Ammende della somma di euro tremila;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di euro tremila alla Cassa delle ammende. Così deliberato in Roma, nella camera di consiglio del 14 marzo 2025
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