LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro un’ordinanza emessa da un GIP. La decisione si fonda sulla non impugnabilità del provvedimento originario, non rientrando nelle ipotesi di abnormità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione a favore della Cassa delle ammende, a causa della colpa nella proposizione dell’impugnazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Analisi di un’Ordinanza della Cassazione

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga trattato dalla Corte di Cassazione in ambito penale. Comprendere le ragioni di tale decisione è fondamentale per chiunque si approcci al mondo della giustizia. In questo articolo, analizzeremo un caso pratico in cui un ricorso è stato respinto non nel merito, ma per un vizio procedurale che ne ha impedito l’esame.

I Fatti del Caso

Un soggetto proponeva ricorso alla Corte di Cassazione avverso un’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Nocera Inferiore. L’atto del GIP, datato 13 dicembre 2024, è stato oggetto di impugnazione da parte del ricorrente. La Suprema Corte, riunitasi in udienza l’8 maggio 2025, è stata chiamata a valutare, prima di ogni altra cosa, la stessa ammissibilità del ricorso presentato.

La Questione del Ricorso Inammissibile

Il fulcro della decisione della Corte non riguarda il merito della questione sollevata dal ricorrente, bensì un aspetto preliminare e dirimente: la possibilità stessa di impugnare quel tipo di provvedimento. Non tutti gli atti del giudice sono appellabili o ricorribili in Cassazione. Il principio generale è quello della tassatività dei mezzi di impugnazione, secondo cui un provvedimento può essere contestato solo nei casi e con le forme espressamente previste dalla legge.

La Non Impugnabilità del Provvedimento

La Cassazione ha stabilito che il provvedimento de quo agitur, ovvero l’ordinanza del GIP, deve considerarsi non impugnabile. Questo significa che la legge non prevede lo strumento del ricorso per quel particolare tipo di atto. L’unica eccezione a questa regola si verifica quando l’atto del giudice è affetto da “abnormità”, un vizio talmente grave da renderlo estraneo al sistema normativo. In questo caso, i giudici hanno ritenuto che non si versasse in alcuna ipotesi di abnormità, rendendo così il ricorso proposto un’iniziativa processualmente non consentita.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando principi consolidati della procedura penale. Ha chiarito che, essendo il provvedimento del GIP al di fuori delle ipotesi di abnormità, lo stesso non può essere soggetto a impugnazione. Di conseguenza, il ricorso presentato era destinato a una declaratoria di inammissibilità. La Corte ha inoltre rilevato la sussistenza di una “colpa nella determinazione della causa di inammissibilità” da parte del ricorrente. Ciò significa che la presentazione del ricorso è stata un’azione negligente, poiché basata su un presupposto giuridico errato e priva di fondamento procedurale.

Le Conclusioni: Conseguenze della Decisione

La declaratoria di inammissibilità ha comportato due precise conseguenze economiche per il ricorrente. In primo luogo, la condanna al pagamento di tutte le spese processuali sostenute. In secondo luogo, data la colpa ravvisata nel suo operato, è stato condannato al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione sottolinea l’importanza di una valutazione attenta e professionale prima di intraprendere un’azione legale, specialmente un ricorso in Cassazione, per evitare non solo un esito negativo ma anche significative sanzioni economiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché aveva ad oggetto un’ordinanza del GIP che, per legge, non era impugnabile. Inoltre, la Corte ha escluso che il provvedimento fosse affetto da ‘abnormità’, l’unica condizione che avrebbe potuto consentirne eccezionalmente l’impugnazione.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Cosa significa che c’è stata ‘colpa nella determinazione della causa di inammissibilità’?
Significa che la Corte ha ritenuto che il ricorrente abbia agito con negligenza nel presentare un ricorso non consentito dalla legge. Questa colpa giustifica l’imposizione di una sanzione pecuniaria aggiuntiva oltre al pagamento delle spese processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati