Ricorso Inammissibile: la Cassazione Conferma la Decisione del GIP
Quando ci si rivolge alla Corte di Cassazione, è fondamentale rispettare scrupolosamente i requisiti procedurali. Un’ordinanza recente ci offre uno spunto di riflessione su cosa accade quando un’impugnazione non supera questo vaglio, portando a una declaratoria di ricorso inammissibile. Questo concetto è cruciale nel diritto processuale penale e le sue conseguenze possono essere significative per chi intraprende la via del giudizio di legittimità.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato dalla parte offesa di un procedimento penale. Quest’ultima aveva impugnato un’ordinanza emessa in data 20 dicembre 2024 dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Marsala. I dettagli del provvedimento del GIP non sono esplicitati nel testo dell’ordinanza della Cassazione, ma è chiaro che la parte offesa riteneva tale decisione lesiva dei propri interessi, tanto da presentare ricorso dinanzi alla Suprema Corte.
La Decisione sul Ricorso Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, nell’udienza del 5 maggio 2025, ha esaminato il caso. L’esito è stato netto e perentorio: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa decisione implica che i giudici di legittimità non sono entrati nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente. La declaratoria di inammissibilità blocca l’analisi del ricorso sul nascere, concentrandosi esclusivamente sulla mancanza dei presupposti richiesti dalla legge per poter procedere a un esame più approfondito.
Le Conseguenze Economiche della Decisione
La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. Al contrario, la Corte ha condannato il ricorrente a sostenere un duplice onere economico:
1. Pagamento delle spese processuali: i costi legati al procedimento di Cassazione sono stati posti a carico della parte che ha presentato il ricorso inammissibile.
2. Versamento alla Cassa delle ammende: è stata disposta la condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria che si aggiunge alle spese processuali.
Le Motivazioni
L’ordinanza in esame è molto sintetica e non esplicita nel dettaglio le ragioni specifiche che hanno portato alla dichiarazione di inammissibilità. Tuttavia, in linea generale, un ricorso in Cassazione può essere considerato inammissibile per varie ragioni, come la tardività della presentazione, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (ad esempio, violazione di legge o vizio di motivazione), o la proposizione di censure che riguardano il merito dei fatti, non consentite in sede di legittimità. La decisione della Corte, quindi, si fonda sul mancato rispetto di uno o più di questi requisiti procedurali, ritenuti indispensabili per accedere al giudizio della Suprema Corte.
Le Conclusioni
Questo provvedimento ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema giudiziario: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio straordinario, soggetto a regole rigorose. La dichiarazione di ricorso inammissibile non è solo una barriera procedurale, ma comporta anche conseguenze economiche rilevanti per il ricorrente. Per la parte che ha presentato il ricorso, la decisione del GIP di Marsala diventa definitiva, e l’esito del giudizio di legittimità si traduce in un’ulteriore condanna economica. Ciò serve da monito sull’importanza di una valutazione attenta e professionale prima di intraprendere un’impugnazione dinanzi alla Suprema Corte, assicurandosi che sussistano tutti i presupposti di ammissibilità previsti dalla legge.
Cosa significa che un ricorso è dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il contenuto e le ragioni del ricorso, ma si ferma a una valutazione preliminare, concludendo che mancano i requisiti formali o sostanziali che la legge richiede per poterlo discutere.
Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile in Cassazione?
Sulla base di questa ordinanza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) alla Cassa delle ammende.
La parte offesa può sempre presentare ricorso in Cassazione?
La parte offesa può presentare ricorso nei casi specificamente previsti dalla legge. Tuttavia, il ricorso deve rispettare rigorosi criteri di ammissibilità, la cui violazione, come in questo caso, ne comporta la reiezione in rito senza un esame del merito.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 21409 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 21409 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 05/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato a SALEMI il 01/02/1978 parte offesa nel procedimento c/
NOME COGNOME nato a TRAPANI il 09/03/1965
avverso l’ordinanza del 20/12/2024 del GIP TRIBUNALE di MARSALA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso il
Letto decreto di archiviazione in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
rilevato che il ricorso è inammissibile perché avverso il decreto di
archiviazione non è proponibile il ricorso per cassazione;
che all’inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente ritenuto
al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila da versare in favore della Cassa delle ammende, non potendosi ritenere che lo stesso abbia
proposto il ricorso senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Corte cost. n. 186 del 2000).
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 5 maggio 2025
Il Consigliere estensore
Il Presiden