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Ricorso inammissibile: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una sentenza della Corte d’Appello di Venezia. I giudici hanno ritenuto le motivazioni del ricorso infondate e logicamente coerenti con le prove, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro. Questo caso evidenzia i criteri di ammissibilità per i ricorsi in sede di legittimità.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Analisi di una Decisione della Corte di Cassazione

L’ordinanza in esame offre uno spaccato chiaro su uno degli esiti più comuni del giudizio di legittimità: la dichiarazione di ricorso inammissibile. Questo provvedimento sottolinea come l’accesso alla Corte di Cassazione sia subordinato a requisiti rigorosi, volti a garantire che vengano esaminate solo questioni di diritto e non mere rivalutazioni dei fatti già decisi nei gradi di merito. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Venezia in data 5 dicembre 2024. Il ricorrente ha cercato di ottenere l’annullamento di tale decisione, portando le proprie doglianze all’attenzione della Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio del nostro ordinamento.

La Valutazione del Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, riunitasi in udienza il 24 giugno 2025, ha esaminato il caso. Dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere e aver dato avviso alle parti, la Corte ha rapidamente concluso per la non ammissibilità del ricorso presentato. Questa decisione, formalizzata in un’ordinanza, rende definitiva la sentenza della Corte d’Appello, chiudendo di fatto ogni ulteriore possibilità di riesame della vicenda.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni, seppur sintetiche, addotte dalla Corte. I giudici hanno stabilito che il ricorso doveva essere dichiarato inammissibile perché le argomentazioni proposte dal ricorrente non erano idonee a scalfire la solidità della decisione impugnata.

Secondo l’ordinanza, la sentenza della Corte d’Appello era stata costruita su un impianto argomentativo “immune da incongruenze logiche” e perfettamente “coerente con le risultanze istruttorie”. In altre parole, il giudice di secondo grado aveva valutato correttamente le prove e aveva motivato la sua decisione in modo logico e consequenziale. Il ricorso, pertanto, non sollevava reali questioni di legittimità (cioè violazioni di legge o vizi di motivazione), ma si limitava a criticare l’apprezzamento dei fatti, un’attività preclusa al giudice di Cassazione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Le conseguenze della declaratoria di inammissibilità sono state severe per il ricorrente. La Corte non si è limitata a respingere il ricorso, ma ha anche condannato l’individuo al pagamento delle spese processuali. A ciò si è aggiunta un’ulteriore condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono riproporre le stesse argomentazioni fattuali. Esso serve a controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Un ricorso che non rispetta tali limiti è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguenze economiche significative per chi lo propone.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non entra nel merito della questione perché il ricorso non possiede i requisiti di forma o di sostanza previsti dalla legge. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva.

Perché in questo specifico caso il ricorso è stato ritenuto inammissibile?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché le argomentazioni presentate non hanno evidenziato alcun vizio logico o di violazione di legge nella sentenza precedente, la quale è stata ritenuta coerente con le prove acquisite.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso è condannata a pagare tutte le spese del processo e, come in questo caso, anche una sanzione pecuniaria, qui pari a 3.000 euro, da versare alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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