Ricorso Inammissibile: La Decisione della Cassazione e le Sue Conseguenze
Quando si parla di giustizia, l’iter processuale può sembrare lungo e complesso. Uno snodo cruciale è il giudizio di ultima istanza presso la Corte di Cassazione, che non riesamina i fatti, ma valuta la corretta applicazione della legge. Un esito possibile, e non infrequente, è la dichiarazione di ricorso inammissibile. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre l’occasione per analizzare cosa significhi e quali siano le sue implicazioni.
I Fatti alla base della Decisione
Il caso in esame origina dal ricorso presentato da un individuo contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di una città del nord-est d’Italia, datata 29 novembre 2024. L’imputato, cercando di ribaltare la decisione di secondo grado, si è rivolto alla Corte di Cassazione, l’organo supremo della giurisdizione italiana.
La Corte, riunitasi in camera di consiglio il 4 luglio 2025, ha esaminato il ricorso. Dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere designato, ha emesso la sua decisione tramite un’ordinanza.
La Pronuncia della Corte: il Ricorso Inammissibile
L’esito del giudizio è stato netto e perentorio: la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione ha due conseguenze immediate e significative per il ricorrente:
1. Condanna alle spese processuali: Il ricorrente è stato obbligato a sostenere tutti i costi legati a questa fase del giudizio.
2. Sanzione pecuniaria: Oltre alle spese, è stata disposta la condanna al pagamento di una somma di € 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende, un fondo destinato al miglioramento delle condizioni carcerarie e a programmi di reinserimento.
La dichiarazione di inammissibilità impedisce alla Corte di entrare nel merito delle questioni sollevate, chiudendo di fatto la porta a qualsiasi ulteriore riesame della vicenda.
Le Motivazioni della Decisione
Sebbene l’ordinanza non espliciti nel dettaglio le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo delineare le motivazioni generali che conducono a tale esito. Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse cause, previste dal codice di procedura penale. Le più comuni includono:
* Mancanza di motivi specifici: Il ricorso non indica in modo chiaro e preciso quali norme di legge sarebbero state violate o applicate erroneamente dalla corte precedente.
* Proposizione di questioni di fatto: Il ricorrente tenta di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione dei fatti o delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado.
* Vizi formali: L’atto di ricorso non rispetta i requisiti di forma previsti dalla legge (es. mancata sottoscrizione da parte di un avvocato abilitato al patrocinio in Cassazione).
* Tardività: Il ricorso è stato presentato oltre i termini perentori stabiliti dalla legge.
In questi casi, la Corte si ferma a un esame preliminare dell’atto, constatando l’assenza dei presupposti per procedere a un esame di merito.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
La dichiarazione di ricorso inammissibile non è una mera formalità, ma un atto con profonde conseguenze pratiche. Innanzitutto, la sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile, acquisendo forza di giudicato. Ciò significa che la condanna stabilita dalla Corte d’Appello deve essere eseguita. In secondo luogo, le conseguenze economiche sono rilevanti: il ricorrente non solo non ottiene il risultato sperato, ma subisce un aggravio di costi dovuto alle spese processuali e alla sanzione pecuniaria, quest’ultima prevista proprio per disincentivare ricorsi palesemente infondati o dilatori.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’ dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte lo ha respinto senza esaminare il merito delle questioni sollevate, perché l’atto di ricorso mancava dei requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge per poter essere giudicato.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso viene condannata a pagare le spese del procedimento e una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in 3.000,00 euro.
La decisione della Corte d’Appello diventa definitiva dopo la dichiarazione di inammissibilità?
Sì. Una volta che il ricorso per Cassazione è dichiarato inammissibile, la sentenza emessa dalla Corte d’Appello diventa definitiva, irrevocabile e deve essere eseguita.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 28421 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 28421 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 04/07/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a SIRACUSA il 28/07/1974
avverso la sentenza del 29/11/2024 della CORTE APPELLO di VENEZIA udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
4
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Rilevato che il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME che deduce la violazion dell’art. 606, comma 1, lett. b), cod. proc. pen. in relazione agli artt.
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-bis cod. pen. e 545-
bic cod. proc. pen., è inammissibile in quanto l’accordo delle parti in ordine ai punti conco
– tra cui quello qui riproposto, che era stato espressamente rinunciato, come risulta dalla p della sentenza impugnata – implica la rinuncia a dedurre nel successivo giudizio di legittim
ogni diversa doglianza, anche se relativa a questione rilevabile di ufficio, con l’ecce dell’irrogazione di una pena illegale (Sez. 6, n. 41254 del 04/07/2019, Leone, Rv. 277196)
di motivi relativi alla formazione della volontà della parte di accedere al concordato nonché
consenso del pubblico ministero sulla richiesta ed al contenuto difforme della pronuncia d giudice (Sez. 1, n. 944 del 23/10/2019, dep. 2020, M., Rv. 278170), situazioni certamente non
ravvisabili nel caso in esame;
stante l’inammissibilità del ricorso e, a norma dell’art. 616 cod. proc. pen., non ravvisa assenza di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Corte Cost. sent. n. 18
del 13/06/2000), alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento consegue quella al pagamento della sanzione pecuniaria nella misura, ritenuta equa, di 3.000
euro in favore della Cassa delle ammende
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processua e della somma di C 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in Roma, il 4 luglio 2025.