Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza
L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio delle conseguenze di un’impugnazione che non supera il vaglio preliminare di ammissibilità. Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la Corte non entra nel merito della questione, ma si ferma a una valutazione procedurale con effetti decisivi per l’imputato. Questo caso, deciso a seguito di un ricorso contro una sentenza della Corte d’Appello di Ancona, illustra perfettamente questo meccanismo.
I Fatti del Caso
Un soggetto, condannato dalla Corte d’Appello di Ancona con sentenza del 29 ottobre 2024, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. L’obiettivo era ottenere l’annullamento o la riforma della decisione di secondo grado. Il caso è stato quindi assegnato alla settima sezione penale della Suprema Corte per la valutazione.
La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione, dopo aver ricevuto il ricorso e sentito la relazione del Consigliere designato, ha emesso un’ordinanza con una decisione netta: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa statuizione impedisce alla Corte di esaminare i motivi di doglianza sollevati dal ricorrente. In pratica, il giudizio si conclude con una pronuncia che cristallizza la sentenza impugnata, rendendola definitiva e irrevocabile.
Le Motivazioni
Sebbene il testo dell’ordinanza sia estremamente conciso e non espliciti le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo delineare le cause generali che portano a una simile pronuncia. Un ricorso per Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse ragioni, tra cui:
* Mancanza dei motivi specifici: Il ricorso non indica in modo chiaro e preciso le violazioni di legge o i vizi di motivazione della sentenza impugnata.
* Proposizione di questioni di fatto: La Cassazione è giudice di legittimità, non di merito. Non può rivalutare i fatti del processo, ma solo verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza della motivazione. Un ricorso che chiede una nuova valutazione delle prove è, per sua natura, inammissibile.
* Manifesta infondatezza: I motivi presentati appaiono palesemente privi di qualsiasi fondamento giuridico.
* Vizi formali: Il ricorso è stato presentato oltre i termini di legge o da un difensore non abilitato.
Nel caso specifico, è probabile che il ricorso presentato rientrasse in una di queste categorie, inducendo la Corte a chiudere il processo in via preliminare.
Le Conclusioni
Le conseguenze pratiche di questa ordinanza sono significative. In primo luogo, la sentenza della Corte d’Appello di Ancona diventa definitiva. In secondo luogo, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali. Infine, e di notevole importanza, è stata inflitta una sanzione pecuniaria di tremila euro da versare alla Cassa delle ammende. Questa sanzione ha una funzione deterrente: scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario. La decisione sottolinea quindi la necessità di formulare i ricorsi per Cassazione con estremo rigore tecnico e solo in presenza di validi motivi di diritto.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che l’impugnazione non possiede i requisiti di forma o di sostanza previsti dalla legge per essere esaminata nel merito. Di conseguenza, la Corte la respinge senza valutare le ragioni della parte ricorrente.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile in questo caso?
Il ricorrente è stato condannato a sostenere due tipi di costi: il pagamento delle spese del processo e il versamento di una sanzione di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Cosa accade alla sentenza precedente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
La sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Ancona, che era stata impugnata, diventa definitiva e irrevocabile. Ciò significa che deve essere eseguita in tutti i suoi effetti.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 25491 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 25491 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 06/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a TRENTO il 01/04/1992
avverso la sentenza del 29/10/2024 della CORTE APPELLO di ANCONA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
il ricorso di NOME COGNOME
Letto considerato
che entrambi i motivi di ricorso sono indeducibili poiché
riproduttivi di censure già vagliate e disattese con corretti argomenti giuridici nella sentenza impugnata e, perciò, generici se non addirittura apparenti in quanto non
in grado di costituire una effettiva critica di legittimità della decisione d’appello (si veda, in particolare, pag. 4 e 5 sul travisamento, non escluso dalla successiva
identificazione dell’imputato ad opera delle forze dell’ordine, in base al vestiario rinvenuto, identico a quello indossato, nelle immagini registrate, dall’autore della
rapina; nonché pg. 6, sulla necessità della rituale offerta reale, ai fini del conseguimento della attenuante invocata);
pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con rilevato,
condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 06/05/2025
Il C nsigliere Estensore