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Ricorso inammissibile: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza di una Corte d’Appello. La decisione, presa con procedura semplificata, si fonda sulla natura dei motivi di ricorso, ritenuti non consentiti dalla legge. Di conseguenza, la parte ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di quattromila euro.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Decisione della Cassazione e le Sue Conseguenze

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio, una fase delicata che richiede il rispetto di requisiti stringenti. Quando questi non vengono soddisfatti, il risultato può essere una dichiarazione di ricorso inammissibile, con conseguenze economiche significative per chi lo ha proposto. Un’ordinanza recente della Suprema Corte illustra chiaramente questo scenario.

I Fatti del Caso

Il caso in esame ha origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa da una Corte d’Appello territoriale. La parte ricorrente ha impugnato la decisione di secondo grado, portando le proprie doglianze dinanzi alla Corte di Cassazione, sperando in una riforma della pronuncia precedente.

La Pronuncia della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, tuttavia, non è entrata nel merito delle questioni sollevate. Con una breve ordinanza, ha dichiarato il ricorso semplicemente inammissibile. La decisione è stata presa attraverso la cosiddetta “procedura de plano”, prevista dall’art. 610, comma 5-bis del codice di procedura penale. Questa procedura accelerata viene utilizzata quando l’inammissibilità appare palese, consentendo alla Corte di decidere senza la necessità di un’udienza pubblica, ottimizzando così i tempi della giustizia.

Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile

La ragione principale della decisione risiede nella natura dei motivi addotti dal ricorrente. La Corte ha implicitamente richiamato un principio consolidato, citando una precedente sentenza (Cass. n. 7333/2019), secondo cui, in certi contesti procedurali, i motivi di ricorso sono limitati. Sono considerate inammissibili, ad esempio, le doglianze relative a:

* Motivi a cui si era rinunciato in precedenza.
* La mancata valutazione delle condizioni per un proscioglimento immediato (ex art. 129 c.p.p.), quando non evidenti.
* Vizi nella determinazione della pena che non si traducono in una sanzione illegale (cioè diversa da quella prevista dalla legge o fuori dai limiti edittali).

In sostanza, il ricorso è stato respinto perché si basava su argomentazioni che, per legge, non potevano essere fatte valere in quella specifica sede.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Le conseguenze di una dichiarazione di inammissibilità sono severe. La Corte non si è limitata a respingere il ricorso, ma ha anche condannato la parte ricorrente a due pagamenti:

1. Le spese processuali: i costi sostenuti dallo Stato per il procedimento.
2. Una sanzione pecuniaria: una somma di quattromila euro da versare alla Cassa delle ammende.

Quest’ultima condanna è particolarmente rilevante. Viene inflitta perché la Corte non ha ravvisato un’assenza di colpa nella proposizione del ricorso, citando una storica sentenza della Corte Costituzionale (n. 186/2000). Ciò significa che presentare un ricorso senza fondamento giuridico non è un’azione priva di conseguenze, ma un comportamento che comporta una precisa responsabilità economica. Questa ordinanza serve da monito: l’accesso alla giustizia di ultima istanza deve essere esercitato con ponderazione e nel rispetto delle regole procedurali, per evitare esiti sfavorevoli e costi aggiuntivi.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’ dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso non rispettava i requisiti previsti dalla legge. In questo caso, i motivi proposti non rientravano tra quelli consentiti.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, nel caso specifico quattromila euro, in favore della Cassa delle ammende.

Perché è stata utilizzata una procedura semplificata (‘de plano’) in questo caso?
La procedura semplificata è stata utilizzata perché l’inammissibilità del ricorso era evidente fin da subito, permettendo alla Corte di decidere rapidamente senza la necessità di un’udienza formale, come previsto dall’art. 610, comma 5-bis del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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