Ricorso Inammissibile: La Cassazione e le Conseguenze della Condanna
Quando si impugna una sentenza, è fondamentale rispettare precise regole procedurali. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare il concetto di ricorso inammissibile e le severe conseguenze che ne derivano. L’ordinanza in esame, pur nella sua concisione, è un chiaro monito sull’importanza di una corretta impostazione del gravame.
I Fatti del Processo
Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catania in data 11 dicembre 2024. Il ricorrente, attraverso il suo difensore, ha cercato di ottenere la revisione della decisione di secondo grado, portando le proprie doglianze dinanzi ai giudici di legittimità. La Corte, riunitasi in udienza, ha ascoltato la relazione del Consigliere designato e ha proceduto alla decisione dopo aver dato avviso a tutte le parti coinvolte nel procedimento.
La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile
L’esito del giudizio di legittimità è stato netto e sfavorevole per chi ha promosso l’impugnazione. La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa statuizione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un livello preliminare, constatando la mancanza dei presupposti necessari affinché il ricorso potesse essere esaminato.
Oltre alla declaratoria di inammissibilità, la Corte ha condannato il ricorrente a due pagamenti:
1. Il pagamento delle spese processuali relative al giudizio di cassazione.
2. Il versamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di inammissibilità del ricorso.
Le Motivazioni della Decisione
Il documento in esame è un’ordinanza emessa in forma semplificata e non esplicita nel dettaglio le ragioni specifiche che hanno portato a ritenere il ricorso inammissibile. Tuttavia, in linea generale, un’impugnazione viene dichiarata tale quando manca di uno dei requisiti previsti dalla legge. Le cause possono essere molteplici: la presentazione fuori dai termini perentori, la mancanza di motivi specifici di impugnazione, la proposizione del ricorso da parte di un soggetto non legittimato o per motivi non consentiti dalla legge (ad esempio, chiedere alla Cassazione una nuova valutazione dei fatti, compito che spetta ai giudici di merito).
La decisione di condannare il ricorrente al pagamento di una somma alla cassa delle ammende è una conseguenza diretta e automatica prevista dal codice di procedura penale. Tale sanzione ha una duplice funzione: da un lato, scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori; dall’altro, finanziare progetti di reinserimento per i condannati.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Le implicazioni di questa ordinanza sono significative. In primo luogo, la dichiarazione di inammissibilità rende definitiva la sentenza della Corte d’Appello impugnata. Ciò significa che la condanna in essa contenuta diventa irrevocabile e deve essere eseguita. In secondo luogo, il ricorrente subisce un pregiudizio economico non indifferente, dovendo farsi carico non solo delle spese del procedimento ma anche di una sanzione aggiuntiva. Questo caso sottolinea l’importanza cruciale, per chi intende impugnare una sentenza, di affidarsi a una difesa tecnica competente che valuti attentamente la sussistenza dei presupposti e la fondatezza dei motivi, per evitare di incorrere in una declaratoria di ricorso inammissibile che aggrava, anziché migliorare, la propria posizione processuale.
Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione sul ricorso presentato?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza quindi esaminarlo nel merito.
Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della cassa delle ammende.
Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità per la sentenza impugnata?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso rende definitiva e irrevocabile la sentenza della Corte d’Appello che era stata impugnata.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 25258 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 25258 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 06/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a ADRANO il 08/02/1981
avverso la sentenza del 11/12/2024 della CORTE APPELLO di CATANIA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
Ritenuto che le deduzioni sviluppate nei motivi di ricorso, concernendo la ricostruzione e la valutazione del fatto, nonché l’apprezzamento del materiale
probatorio, investono profili del giudizio rimessi alla esclusiva competenza della
Corte di appello, che ha fornito una congrua e adeguata motivazione, esente da vizi logici, perché basata su un ragionamento fondato su condivisibili massime di
esperienza e convergente con quello del Tribunale in merito all’idoneità
dell’opposizione all’attività di ufficio e al dolo;
ritenuto che anche i residui motivi relativi
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al trattamento sanzionatorio, al riconoscimento delle attenuanti generiche ed al beneficio della sospensione
condizionale della pena sono tutti manifestamente infondati, oltre che riproduttivi di censure inammissibili in questa sede
/
perché rivolti a sollecitare una diversa valutazione delle risultanze istruttorie non consentita in sede di legittimità;
Da quanto precede deriva la inammissibilità del ricorso dalla quale consegue ex
art. 616 c.p.p. la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende che, in ragione delle questioni
dedotte, si stima equo determinare in euro 3000,00.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000,00 in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il 6 giugno 2025
Il Consigliere estensore
Il Presidente