Ricorso Inammissibile: Analisi di una Recente Ordinanza della Cassazione
L’esito di un procedimento giudiziario può dipendere non solo dal merito della questione, ma anche dal rigoroso rispetto delle regole procedurali. Un esempio emblematico è rappresentato dalla dichiarazione di ricorso inammissibile, un filtro cruciale nel nostro sistema giudiziario, soprattutto nel giudizio di legittimità davanti alla Corte di Cassazione. Una recente ordinanza della Settima Sezione Penale offre uno spunto per approfondire questo istituto e le sue conseguenze.
I Fatti del Caso e la Decisione della Corte
Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Catania del 13 febbraio 2025. La ricorrente ha impugnato tale decisione dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, la quale, dopo aver dato avviso alle parti e ascoltato la relazione del Consigliere, ha emesso la sua decisione in data 20 giugno 2025.
L’esito è stato netto: la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Tale pronuncia non entra nel merito della vicenda, ma si ferma a una valutazione preliminare che impedisce alla Corte di esaminare le ragioni di fondo dell’impugnazione. La conseguenza diretta di questa decisione è stata la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le conseguenze del ricorso inammissibile
La dichiarazione di inammissibilità comporta due effetti principali. In primo luogo, la sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile, consolidando così i suoi effetti. In secondo luogo, scatta una sanzione economica a carico di chi ha proposto un’impugnazione che non supera il vaglio di ammissibilità, come previsto dal codice di procedura penale. Questa sanzione ha lo scopo di disincentivare ricorsi pretestuosi o privi dei requisiti di legge, che altrimenti graverebbero inutilmente sul lavoro della Suprema Corte.
Le Motivazioni
Sebbene il testo dell’ordinanza sia estremamente sintetico e non espliciti le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo delineare le cause più comuni che portano a una simile pronuncia. Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per una serie di vizi, che possono essere di natura formale o sostanziale. Tra i più frequenti vi sono:
1. Mancanza dei motivi specifici: Il ricorso non indica in modo chiaro e preciso le violazioni di legge o i vizi di motivazione che si intendono denunciare.
2. Proposizione di questioni di fatto: La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Non può rivalutare i fatti del processo, ma solo verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Un ricorso che chiede una nuova valutazione delle prove è, per sua natura, inammissibile.
3. Vizi formali: Errori nella notifica, tardività nella presentazione del ricorso o mancanza della sottoscrizione da parte di un avvocato abilitato al patrocinio in Cassazione.
La decisione in commento, pur nella sua concisione, ribadisce come il giudizio di Cassazione sia un rimedio straordinario, accessibile solo in presenza di specifici e ben delineati vizi della decisione impugnata.
Le Conclusioni
L’ordinanza esaminata è un chiaro monito sull’importanza della tecnica redazionale e del rispetto dei canoni procedurali nell’impugnazione dinanzi alla Corte di Cassazione. La dichiarazione di ricorso inammissibile non è una mera formalità, ma una decisione che preclude l’accesso al più alto grado di giudizio e comporta significative conseguenze economiche per il ricorrente. Ciò evidenzia la necessità per i professionisti legali di effettuare un’attenta valutazione preliminare sulla fondatezza e sulla corretta impostazione del ricorso, al fine di evitare esiti processuali sfavorevoli e sanzionatori.
Cosa significa che un ricorso è dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il merito della questione perché il ricorso non rispetta i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.
Perché viene imposta una sanzione in caso di inammissibilità?
La sanzione serve a disincentivare la presentazione di ricorsi palesemente infondati, pretestuosi o redatti senza il rispetto delle norme procedurali, al fine di non sovraccaricare inutilmente il lavoro della Corte di Cassazione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 24869 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 24869 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 20/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato il 08/02/1992
avverso la sentenza del 13/02/2025 della CORTE APPELLO di CATANIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
n. 11026/25 Toscano
OSSERVA
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per il reato di cui all’ art.
385 cod. pen.);
Esaminati i motivi di ricorso;
Rilevato che l’unico motivo di ricorso, che censura l’omessa applicazione
della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto ex
art. 131-bis cod. pen., è aspecifico dal momento che non si confronta adeguatamente con
la motivazione del provvedimento impugnato, avendo la Corte d’appello correttamente valorizzato – in senso ostativo al riconoscimento del beneficio –
la complessiva gravità del fatto e la reiterazione della condotta illecita (v. in particolare p. 3);
Ritenuto che il ricorso deve pertanto essere dichiarato inammissibile, con la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 20/06/2025