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Ricorso inammissibile: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 32631/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile perché proposto dal Pubblico Ministero prima del deposito delle motivazioni. La Corte ha chiarito che l’impugnazione è invalida se i vizi contestati non sono desumibili dal solo dispositivo della decisione, ribadendo un principio fondamentale della procedura penale.

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Pubblicato il 14 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Impugnazione e Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello è Troppo Precoce

Nel complesso mondo della procedura penale, i tempi e le modalità di impugnazione delle decisioni giudiziarie sono regolati da norme stringenti. Un errore, anche apparentemente piccolo, può portare a una dichiarazione di ricorso inammissibile, vanificando gli sforzi difensivi o accusatori. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare un caso emblematico: l’impugnazione di un provvedimento prima che le sue motivazioni siano state depositate.

I Fatti del Caso: La Controversia Procedurale

La vicenda trae origine da un ricorso presentato dal Pubblico Ministero avverso un’ordinanza del Tribunale del Riesame. Quest’ultimo, accogliendo l’istanza di un indagato, aveva emesso un provvedimento favorevole a quest’ultimo. Il punto cruciale è che il Pubblico Ministero ha deciso di impugnare tale provvedimento davanti alla Corte di Cassazione basandosi unicamente sul dispositivo, ovvero sulla parte della decisione che contiene il solo verdetto, senza attendere il deposito delle motivazioni, che ne spiegano le ragioni giuridiche.

L’oggetto della contestazione del PM riguardava la presunta incompetenza territoriale del Giudice per le Indagini Preliminari che aveva inizialmente emesso una misura cautelare. Tuttavia, le ragioni per cui il Tribunale del Riesame aveva ritenuto quel giudice incompetente non erano affatto esplicitate nel semplice dispositivo.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha tagliato corto, dichiarando il ricorso presentato dal Pubblico Ministero semplicemente inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato, che bilancia l’esigenza di celerità con la necessità di un contraddittorio completo e consapevole. L’impugnazione è stata ritenuta ‘prematura’ e ‘cieca’, in quanto mossa senza conoscere l’iter logico-giuridico seguito dal giudice precedente.

Le Motivazioni: Il Principio di Diritto e i suoi Limiti

La Suprema Corte ha colto l’occasione per ribadire un importante principio di diritto. Presentare un’impugnazione prima del deposito delle motivazioni non è, di per sé, una causa automatica di inammissibilità. Esistono casi in cui il vizio della decisione è talmente evidente dal solo dispositivo che è possibile contestarlo immediatamente.

Tuttavia, questa regola generale subisce un’eccezione fondamentale, che è proprio quella applicata nel caso di specie. Se le censure sollevate nel ricorso riguardano aspetti che possono essere compresi e valutati solo attraverso la lettura delle motivazioni, allora il ricorso inammissibile è l’unica conseguenza possibile. Nel caso in esame, per contestare la valutazione del Tribunale del Riesame sulla competenza territoriale, era indispensabile conoscerne il ragionamento. Poiché il PM ha agito prima, il suo ricorso è stato giudicato privo del necessario fondamento argomentativo, basandosi su mere supposizioni riguardo alle ragioni del giudice.

La Corte ha richiamato un proprio precedente (sentenza n. 50099 del 2017) per rafforzare il concetto che il vizio denunciato deve essere ‘apprezzabile senza necessità di fare riferimento alla motivazione’. In mancanza di questa condizione, l’atto di impugnazione non può essere accolto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza serve da monito per tutti gli operatori del diritto. L’ansia di agire tempestivamente non deve mai prevalere sulla necessità di costruire un’impugnazione solida e ben argomentata. La decisione sottolinea che, salvo casi eccezionali di vizi palesemente emergenti dal dispositivo, la prudenza impone di attendere il deposito delle motivazioni prima di presentare ricorso. Agire diversamente espone al concreto e serio rischio di vedersi chiudere le porte della giustizia con una declaratoria di inammissibilità, sprecando tempo e risorse e precludendo la possibilità di far valere le proprie ragioni nel merito.

È sempre inammissibile un ricorso presentato prima del deposito delle motivazioni della decisione impugnata?
No, non lo è automaticamente. È ammissibile solo se le censure proposte si riferiscono ad aspetti della decisione che sono chiaramente ed inequivocabilmente evidenti dal solo dispositivo, senza bisogno di interpretare il ragionamento del giudice.

Perché in questo caso specifico il ricorso del Pubblico Ministero è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i vizi denunciati – relativi alle ragioni della ritenuta incompetenza di un giudice – non potevano essere compresi o desunti dalla sola lettura del dispositivo. Per valutarli, era indispensabile conoscere le motivazioni, che non erano ancora state depositate al momento dell’impugnazione.

Qual è il principio pratico che si ricava da questa ordinanza?
Il principio è che un’impugnazione è destinata a essere dichiarata inammissibile se, presentata prima del deposito della motivazione, solleva questioni complesse il cui esame richiede necessariamente la conoscenza delle ragioni giuridiche esposte dal giudice. La fretta, in questi casi, può precludere l’accesso al giudizio di grado superiore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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