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Ricorso inammissibile: la decisione de plano

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile con procedura ‘de plano’, senza udienza, poiché i motivi erano generici e miravano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. L’analisi del caso chiarisce i limiti del ricorso e le conseguenze economiche, come il pagamento delle spese e di una sanzione alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile in Cassazione: quando la Corte decide ‘de plano’

L’accesso alla Corte di Cassazione, ultimo grado del giudizio penale, è regolato da norme procedurali molto stringenti. Non ogni doglianza può essere esaminata: il ricorso deve presentare requisiti specifici per essere ammesso alla discussione. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di quando un’impugnazione viene respinta prima ancora di arrivare all’udienza, con una dichiarazione di ricorso inammissibile ‘de plano’. Analizziamo questa decisione per capire i limiti e le conseguenze di un’impugnazione non correttamente formulata.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte di Appello di Genova. Il ricorrente, tramite il suo difensore, aveva impugnato la decisione di secondo grado, sollevando una serie di motivi di contestazione. Tuttavia, come vedremo, la natura di tali motivi si è rivelata fatale per l’esito del ricorso stesso.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, esaminati gli atti, ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione è stata presa ai sensi dell’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, che consente alla Corte di procedere ‘de plano’, ovvero senza fissare un’udienza pubblica, quando l’inammissibilità è palese. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di quattromila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché il ricorso è inammissibile?

La Corte ha basato la sua decisione su una valutazione critica dei motivi presentati. Secondo i giudici, le argomentazioni del ricorrente erano viziate da difetti insanabili che ne impedivano l’esame nel merito. In particolare, il ricorso è stato considerato inammissibile per le seguenti ragioni:

1. Rinuncia ai motivi e vizi generici: Il ricorso si limitava a criticare la mancata valutazione di condizioni per il proscioglimento (ex art. 129 c.p.p.) e la determinazione della pena, ma lo faceva in modo generico. La Cassazione ha ribadito, citando precedenti giurisprudenziali (Cass. n. 944/2020 e n. 22002/2019), che non è possibile contestare in sede di legittimità la quantificazione della pena, a meno che non si deduca una sua manifesta ‘illegalità’. Una semplice richiesta di riconsiderazione non è sufficiente.
2. Tentativo di rivalutazione dei fatti: I motivi proposti, di fatto, miravano a ottenere dalla Corte una nuova valutazione delle prove e dei fatti del processo. Questo compito è precluso alla Cassazione, che è giudice di ‘legittimità’ e non di ‘merito’. Il suo ruolo non è quello di ricostruire i fatti, ma di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata.

Questi difetti hanno reso il ricorso inammissibile e hanno attivato la procedura semplificata ‘de plano’, che permette di definire rapidamente i ricorsi privi dei requisiti essenziali, evitando di appesantire il lavoro della Corte.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza sottolinea un principio fondamentale del processo penale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si può ridiscutere l’intera vicenda. È uno strumento di controllo sulla legalità delle decisioni dei giudici di merito. Chi intende presentare un ricorso deve formulare censure specifiche, precise e pertinenti, che evidenzino errori di diritto o vizi logici della motivazione, senza mai sconfinare in una richiesta di nuova valutazione delle prove. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la mancata revisione della condanna, che diventa così definitiva, ma anche un onere economico significativo per il ricorrente, tenuto a pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria.

Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile ‘de plano’?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile ‘de plano’, cioè senza udienza, quando presenta vizi evidenti, come la genericità dei motivi o la richiesta di una nuova valutazione dei fatti, che è compito dei giudici di merito e non della Corte di Cassazione.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, stabilita dal giudice, in favore della Cassa delle ammende.

È possibile contestare la determinazione della pena in Cassazione?
Sì, ma solo se si dimostra che la sanzione inflitta è ‘illegale’, ovvero contraria a specifiche norme di legge. Non è possibile chiedere semplicemente una riduzione della pena basandosi su una diversa valutazione delle circostanze, poiché ciò rientra nella discrezionalità del giudice di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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