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Ricorso inammissibile: la condanna alle spese e sanzione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro. L’ordinanza sottolinea le conseguenze negative di un’impugnazione che non supera il vaglio preliminare di ammissibilità.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Analisi di un’Ordinanza della Cassazione

Un ricorso inammissibile rappresenta uno degli esiti più comuni e, per la parte che lo propone, negativi del giudizio di Cassazione. In questo articolo, analizzeremo un’ordinanza emessa dalla Suprema Corte che illustra perfettamente le conseguenze di un’impugnazione che non supera il vaglio di ammissibilità, con la conseguente condanna al pagamento di spese e di una sanzione pecuniaria. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere i requisiti di accesso al giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catania in data 21 gennaio 2025. Un soggetto, ritenendosi leso da tale decisione, decideva di presentare ricorso per Cassazione, cercando di ottenere l’annullamento della pronuncia di secondo grado. Il caso veniva quindi assegnato alla Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, organo deputato, tra le altre cose, a un primo esame sull’ammissibilità dei ricorsi pervenuti.

La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

Con ordinanza del 4 giugno 2025, la Suprema Corte, dopo aver dato avviso alle parti e ascoltato la relazione del Consigliere, ha pronunciato una decisione netta e concisa: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa statuizione non entra nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ma si ferma a un livello preliminare, accertando la mancanza dei presupposti necessari perché la Corte potesse procedere a un esame approfondito dei motivi di impugnazione.

Le Conseguenze Economiche della Decisione

La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. Al contrario, il provvedimento ha comportato due condanne a carico del ricorrente:

1. Pagamento delle spese processuali: il ricorrente è stato obbligato a rimborsare i costi relativi al giudizio di Cassazione da lui promosso.
2. Versamento di una somma alla Cassa delle ammende: la Corte ha inoltre inflitto una sanzione pecuniaria pari a 3.000,00 euro. Questa sanzione ha una funzione deterrente, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o privi dei requisiti di legge, che congestionano il lavoro della Suprema Corte.

Le Motivazioni della Decisione

Il testo dell’ordinanza è sintetico e si concentra sul dispositivo (la decisione finale), non esplicitando in dettaglio le ragioni specifiche dell’inammissibilità. Tuttavia, le decisioni della Settima Sezione Penale si basano tipicamente sulla verifica di requisiti formali e sostanziali previsti dal codice di procedura penale. Un ricorso inammissibile può derivare da diverse cause, come la presentazione di motivi non consentiti dalla legge (ad esempio, una rivalutazione dei fatti già accertati nei gradi di merito), la genericità delle censure, la tardività dell’impugnazione o altri vizi procedurali. In questo caso, la Corte ha evidentemente ritenuto che il ricorso proposto rientrasse in una di queste categorie, impedendo così un esame sul fondo della questione.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel quale si possono riesaminare i fatti, ma un rimedio straordinario finalizzato a controllare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici di merito. La dichiarazione di ricorso inammissibile e la conseguente condanna a spese e sanzione pecuniaria servono a preservare la funzione nomofilattica della Corte di Cassazione e a sanzionare l’abuso dello strumento processuale. Questa decisione rappresenta un monito per chi intende adire la Suprema Corte: è necessario un esame rigoroso e approfondito dei presupposti di ammissibilità prima di intraprendere un’impugnazione che, in caso di esito negativo, può comportare oneri economici significativi.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione non può esaminare il merito della questione perché l’atto di impugnazione manca dei requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000,00 euro.

La dichiarazione di inammissibilità implica una valutazione sul merito della vicenda?
No, la Corte non valuta se il ricorrente avesse ragione o torto nel merito. La decisione si ferma a un controllo preliminare sulla correttezza procedurale e sulla conformità ai canoni di legge del ricorso stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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