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Ricorso inammissibile: la condanna alle spese è certa

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione sottolinea che l’inammissibilità del ricorso comporta l’automatica condanna del proponente al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende, in questo caso fissata in tremila euro. La Corte ha ribadito che tale condanna è una conseguenza diretta della declaratoria di inammissibilità, in assenza di ragioni di esonero.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: le conseguenze economiche della condanna

Quando si presenta un’impugnazione in ambito legale, è fondamentale rispettare scrupolosamente le regole procedurali. Un errore formale o di contenuto può portare a una declaratoria di ricorso inammissibile, una decisione che non solo preclude l’esame nel merito della questione, ma comporta anche significative conseguenze economiche. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare nel dettaglio questo importante aspetto della procedura penale.

I Fatti del Caso

Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna. Il ricorrente, attraverso il suo legale, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado. Tuttavia, l’iter del ricorso si è interrotto prima ancora che i giudici potessero analizzare le ragioni di fondo della contestazione.

La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato l’atto di impugnazione e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione significa che il ricorso presentava dei vizi talmente gravi da non poter essere nemmeno discusso nel merito. La Corte, richiamando consolidati principi giurisprudenziali (tra cui le sentenze delle Sezioni Unite n. 8825/2016 e della Sezione 6 n. 8700/2013), ha implicitamente evidenziato come l’atto mancasse dei requisiti essenziali richiesti dalla legge per un valido ricorso per cassazione.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni dell’ordinanza sono concise ma estremamente chiare. La Corte Suprema non entra nel dettaglio dei motivi di ricorso, poiché la loro analisi è preclusa dalla valutazione preliminare di inammissibilità. Il punto centrale della motivazione risiede nelle conseguenze che la legge ricollega a tale declaratoria. La Corte afferma che, una volta stabilita l’inammissibilità, scatta automaticamente la condanna del ricorrente a due tipi di pagamenti:

1. Le spese processuali: i costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento.
2. Una somma a favore della Cassa delle ammende: una sanzione pecuniaria, fissata nel caso specifico in euro tremila, che ha lo scopo di disincentivare impugnazioni pretestuose o redatte senza la dovuta diligenza.

La Corte ha inoltre specificato, richiamando una storica sentenza della Corte Costituzionale (n. 186/2000), che non sussistevano nel caso di specie ragioni particolari per esonerare il ricorrente da tale condanna. L’assenza di colpa nella proposizione del ricorso è un’ipotesi del tutto eccezionale, che qui non è stata ravvisata.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chiunque si approcci a un’impugnazione penale: la redazione del ricorso è un’attività che richiede massima precisione e competenza tecnica. Un ricorso inammissibile non è un esito neutro, ma un vero e proprio insuccesso processuale con pesanti ripercussioni economiche. La condanna al pagamento di una somma, anche cospicua, a favore della Cassa delle ammende non è facoltativa, ma costituisce la regola. Per il cittadino, ciò significa che affidarsi a un professionista esperto non è solo una scelta strategica per avere maggiori possibilità di successo nel merito, ma anche una necessità per evitare di incorrere in sanzioni che possono rendere ancora più gravosa la propria posizione.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’ dalla Corte di Cassazione?
Significa che il ricorso presenta vizi formali o sostanziali tali da impedire alla Corte di esaminare la fondatezza delle questioni sollevate. In pratica, il processo si ferma prima di entrare nel merito della vicenda.

Quali sono le conseguenze economiche dirette di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata a pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata di tremila euro.

La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle Ammende è sempre automatica?
Sì, secondo quanto stabilito dalla Corte, la condanna è una conseguenza automatica della declaratoria di inammissibilità. Può essere evitata solo in casi eccezionali in cui si dimostri l’assenza di colpa nella presentazione del ricorso, circostanza che non è stata riscontrata nel caso esaminato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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