Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello Finale si Ferma Prima di Iniziare
L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione rappresenta un esempio emblematico di come si conclude un percorso giudiziario quando l’atto di impugnazione finale non supera il vaglio di ammissibilità. Un ricorso inammissibile non solo pone fine alle speranze del ricorrente di vedere riformata una sentenza sfavorevole, ma comporta anche conseguenze economiche dirette e immediate. Analizziamo questa decisione per comprendere meglio la dinamica processuale e le sue implicazioni pratiche.
I Fatti del Caso
Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino, emessa in data 11 settembre 2024. L’imputato, non accettando la decisione dei giudici di secondo grado, ha deciso di adire la Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, per tentare di ottenere un annullamento della condanna. Il procedimento è quindi giunto all’esame della settima sezione penale, che ha fissato l’udienza per il 3 marzo 2025.
La Decisione della Corte: le Conseguenze del Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere designato, ha emesso un’ordinanza dal contenuto tanto breve quanto perentorio. I giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa declaratoria impedisce alla Corte di entrare nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente. La decisione non riguarda la colpevolezza o l’innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello precedente, ovvero alla verifica dei requisiti formali e sostanziali dell’atto di ricorso stesso.
La conseguenza diretta di tale decisione è duplice:
1. La sentenza della Corte d’Appello di Torino diventa definitiva e irrevocabile.
2. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni
L’ordinanza in esame è estremamente sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato a ritenere il ricorso inammissibile. Questa prassi è comune per la settima sezione penale, spesso definita “sezione filtro”, il cui compito è proprio quello di esaminare preliminarmente i ricorsi per identificare e rigettare rapidamente quelli che sono palesemente infondati o privi dei requisiti di legge.
Le cause di inammissibilità di un ricorso per cassazione sono molteplici e definite dal codice di procedura penale. Possono includere, ad esempio, la presentazione del ricorso fuori termine, la mancanza di motivi specifici (cioè l’incapacità di indicare chiaramente quali norme di legge sarebbero state violate), o il tentativo di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione dei fatti, compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado. La Suprema Corte, infatti, è giudice di legittimità, non di merito.
Le Conclusioni
La decisione analizzata sottolinea un principio fondamentale del diritto processuale: l’accesso alla giustizia, specialmente nei gradi più alti, è subordinato al rigoroso rispetto di regole precise. Un ricorso mal formulato o proposto per motivi non consentiti dalla legge non solo si rivela inutile, ma aggrava la posizione del ricorrente con ulteriori sanzioni economiche. Questo caso serve da monito sull’importanza di affidarsi a una difesa tecnica competente che possa valutare attentamente i presupposti per un ricorso in Cassazione, evitando iniziative processuali destinate a un inevitabile fallimento e a costi aggiuntivi.
Cosa significa quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il merito della questione perché il ricorso non rispetta i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata a pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la sanzione è stata di 3.000 euro.
La Corte ha spiegato perché il ricorso era inammissibile?
No, l’ordinanza non specifica i motivi della decisione. Si limita a dichiarare l’inammissibilità e a stabilire le relative condanne economiche, come spesso accade nelle pronunce della sezione “filtro” della Cassazione penale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 29757 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 29757 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 03/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME COGNOME nato a CASTELLAMONTE il 08/03/1975
avverso la sentenza del 11/09/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
esaminati i motivi di ricorso nei quali si contesta la sussistenza del dolo in relazione ai due reati di cui all’art. 336 cod. pen. contestati ai capi A) e C).
Il ricorso è inammissibile per genericità e manifesta infondatezza dei motivi, reiterativo di censure formulate in appello, disattese con motivazione congrua con
la quale il ricorso non si confronta, limitandosi la difesa a ribadire il proprio dissenso. Il ricorrente disattende, inoltre, la valutazione critica delle dichiarazioni
rese dai testi COGNOME e COGNOME poste a fondamento della decisione con la quale i giudici hanno ritenuto accertata la valenza intrinsecamente minatoria delle frasi
proferite, collegate al compimento di un atto dell’ufficio del destinatario.
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di
euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 3/03/2025.