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Ricorso inammissibile: la condanna alle spese

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche della Decisione della Cassazione

Quando si decide di impugnare una sentenza fino all’ultimo grado di giudizio, è fondamentale essere consapevoli dei rischi, soprattutto procedurali. Un ricorso inammissibile davanti alla Corte di Cassazione non è una mera sconfitta processuale, ma comporta conseguenze economiche dirette e significative per chi lo ha proposto. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di questa dinamica.

Il Caso in Esame: Un Appello Respinto in Partenza

La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli nel febbraio 2024. Il ricorrente, cercando di ottenere una riforma della decisione di secondo grado, ha adito la Corte di Cassazione. Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato. La Suprema Corte, infatti, non è entrata nel merito delle questioni sollevate, fermandosi a una valutazione preliminare di ammissibilità dell’atto.

La Pronuncia della Corte: Ricorso Inammissibile e Condanna

Con un’ordinanza emessa a novembre 2024, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha posto fine al percorso giudiziario del ricorrente dichiarando il suo ricorso inammissibile. Questa decisione, di natura prettamente processuale, ha impedito ai giudici di valutare la fondatezza delle argomentazioni difensive. La conseguenza diretta e inevitabile di tale pronuncia è stata l’applicazione di sanzioni economiche a carico del proponente.

Le Motivazioni della Condanna alle Spese

La base giuridica della decisione risiede nell’articolo 616 del codice di procedura penale. Tale norma stabilisce che, in caso di rigetto o di inammissibilità del ricorso, la parte privata che lo ha proposto è condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, la stessa norma prevede il versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, a titolo di sanzione pecuniaria, a meno che non sussistano valide ragioni di esonero.

Nel caso specifico, la Corte ha specificato che “non emergendo ragioni di esonero”, la condanna era un atto dovuto. Il ricorrente è stato quindi obbligato a pagare non solo i costi del procedimento, ma anche una sanzione di tremila euro. Questa misura ha una duplice funzione: da un lato, risarcire lo Stato per i costi di un’attività giurisdizionale inutilmente attivata; dall’altro, scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o privi dei requisiti di legge, che congestionano il sistema giudiziario.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in commento ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia, e in particolare al giudizio di legittimità, è un diritto che deve essere esercitato con responsabilità. Un ricorso inammissibile non è un evento neutro. Comporta per il cittadino l’obbligo di farsi carico delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria che può essere anche ingente. È quindi cruciale che, prima di intraprendere la via del ricorso in Cassazione, vi sia un’attenta e scrupolosa valutazione da parte del legale sulla sussistenza dei presupposti di ammissibilità e sulla fondatezza dei motivi, al fine di evitare non solo una sconfitta processuale, ma anche un significativo esborso economico.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che il ricorso non possiede i requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge per essere esaminato nel merito. La Corte di Cassazione, in questo caso, non valuta se l’appellante ha ragione o torto, ma si ferma a una valutazione preliminare sulla correttezza dell’atto di impugnazione.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in ambito penale?
In base all’ordinanza e all’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso inammissibile è condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro (in questo caso 3.000 euro) a favore della Cassa delle ammende, a titolo di sanzione pecuniaria.

La condanna alle spese e alla sanzione è sempre automatica in caso di inammissibilità?
Sì, la condanna è una conseguenza prevista dalla legge, a meno che non emergano specifiche ‘ragioni di esonero’. Nel caso di specie, la Corte ha esplicitamente dichiarato che tali ragioni non sussistevano, rendendo la condanna un atto dovuto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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