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Ricorso inammissibile: la condanna alle spese

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Venezia. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, evidenziando le serie conseguenze economiche di un’impugnazione che non supera il vaglio di ammissibilità.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Condanna alle Spese

Presentare un ricorso inammissibile davanti alla Corte di Cassazione non è una mossa priva di conseguenze. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre l’occasione per analizzare cosa accade quando un’impugnazione non supera il primo vaglio di ammissibilità, con particolare attenzione alle implicazioni economiche per il ricorrente. Questo caso dimostra come la giustizia imponga un costo non solo per l’errore, ma anche per l’accesso improprio ai suoi gradi più alti.

Il Percorso Giudiziario del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato contro una sentenza della Corte di Appello di Venezia. Un individuo, nato nel 1999, aveva impugnato la decisione dei giudici di secondo grado, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione. Il procedimento si è concluso con un’ordinanza emessa dalla Seconda Sezione Penale, che ha esaminato la validità formale e sostanziale del ricorso proposto.

La Decisione della Suprema Corte: Il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso stesso, ha emesso una decisione netta e definitiva: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa declaratoria impedisce alla Corte di entrare nel merito della questione, ovvero di analizzare le ragioni di fondo dell’impugnazione. La decisione si ferma a un livello preliminare, constatando la mancanza dei presupposti richiesti dalla legge per procedere oltre.

Le Conseguenze Economiche della Decisione

A seguito della declaratoria di inammissibilità, la Corte non si è limitata a chiudere il procedimento. Ha infatti condannato il ricorrente a sostenere due tipi di oneri economici:

1. Il pagamento delle spese processuali: si tratta dei costi che lo Stato ha sostenuto per la gestione del procedimento davanti alla Cassazione.
2. Il versamento di una somma alla Cassa delle ammende: il ricorrente è stato condannato a pagare la cifra di tremila euro. Questa sanzione pecuniaria è prevista proprio per i casi di ricorso inammissibile e serve a scoraggiare impugnazioni pretestuose o dilatorie, finanziando al contempo progetti per il sistema penitenziario.

Le Motivazioni della Decisione

Sebbene l’ordinanza non entri nel dettaglio delle specifiche ragioni che hanno portato alla declaratoria di ricorso inammissibile, possiamo delineare le cause più comuni. Un ricorso in Cassazione può essere ritenuto inammissibile per vizi di forma (ad esempio, mancata sottoscrizione da parte di un avvocato abilitato) o per motivi di merito (come la proposizione di censure che richiederebbero una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità). La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende suggerisce che la Corte abbia ravvisato una colpa nel ricorrente per aver attivato inutilmente il meccanismo della giustizia di ultima istanza. La quantificazione della somma in tremila euro è stata ritenuta ‘equa’ dai giudici, in base ai profili di colpa emersi dall’esame del ricorso.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio straordinario, riservato a censure specifiche e fondate su violazioni di legge. Un ricorso inammissibile non solo non porta al risultato sperato, ma comporta anche conseguenze economiche significative per chi lo propone. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende funge da deterrente, sottolineando l’importanza di una valutazione attenta e professionale prima di intraprendere l’ultimo grado di giudizio. La decisione serve a tutelare l’efficienza del sistema giudiziario, evitando che la Suprema Corte venga sovraccaricata da impugnazioni infondate.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Significa che il ricorso non può essere esaminato nel merito perché manca dei requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. La Corte non valuta se il ricorrente ha ragione o torto, ma si ferma a una verifica preliminare che ha esito negativo.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In base a questa ordinanza, la persona che ha presentato il ricorso inammissibile è stata condannata a pagare sia le spese del processo sia una somma aggiuntiva, in questo caso di tremila euro, a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorrente deve pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Il pagamento di una somma alla Cassa delle ammende è una sanzione pecuniaria prevista per i casi di inammissibilità. Ha lo scopo di sanzionare l’uso improprio dello strumento processuale e di scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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