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Ricorso inammissibile: la condanna alle spese

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro alla Cassa delle Ammende, confermando la definitività della precedente pronuncia.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Condanna in Cassazione

L’esito di un procedimento giudiziario non si conclude sempre con una discussione nel merito delle ragioni delle parti. Talvolta, questioni di carattere procedurale possono determinare la fine del percorso legale. Un esempio lampante è rappresentato dal caso di un ricorso inammissibile dinanzi alla Corte di Cassazione, come evidenziato in una recente ordinanza che ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

I Fatti alla Base del Ricorso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione da un soggetto, a seguito di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 3 dicembre 2024. L’imputato, cercando di ottenere una riforma della decisione di secondo grado, ha intrapreso l’ultimo grado di giudizio, portando il caso all’attenzione dei giudici di legittimità.

La Decisione della Corte di Cassazione

Riunita in camera di consiglio il 6 giugno 2025, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il caso. Dopo aver dato avviso alle parti e ascoltato la relazione del Consigliere designato, la Corte ha emesso una ordinanza che non è entrata nel merito della questione, ma si è fermata a una valutazione preliminare di ammissibilità.

Analisi del provvedimento e il ricorso inammissibile

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa statuizione comporta conseguenze dirette e significative per il ricorrente. In primo luogo, la sentenza impugnata, quella della Corte d’Appello di Milano, diventa definitiva e non più soggetta a ulteriori contestazioni. In secondo luogo, la declaratoria di inammissibilità ha attivato precise conseguenze economiche a carico della parte che ha promosso il ricorso.

Le Motivazioni

Sebbene l’ordinanza in esame sia sintetica e non dettagli le specifiche ragioni di inammissibilità, è possibile dedurre che il ricorso fosse affetto da vizi procedurali tali da impedirne l’esame nel merito. In generale, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse cause, come la presentazione fuori termine, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (ad esempio, violazione di legge o vizio di motivazione), o la proposizione di censure che richiederebbero un riesame dei fatti, attività preclusa al giudice di legittimità. La decisione della Corte, quindi, si fonda su un presupposto puramente processuale, che arresta l’iter giudiziario.

Le Conclusioni

Le implicazioni pratiche di questa ordinanza sono chiare. La declaratoria di inammissibilità ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento. Oltre a ciò, la Corte ha imposto il pagamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle Ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di ricorso inammissibile, volta a scoraggiare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate. Questa decisione sottolinea l’importanza di una rigorosa aderenza alle norme procedurali nell’esercizio del diritto di impugnazione, pena non solo la conferma della decisione sfavorevole, ma anche l’aggravio di ulteriori oneri economici.

Qual è stato l’esito del ricorso presentato in Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle Ammende.

La decisione della Cassazione ha modificato la sentenza precedente?
No, la declaratoria di inammissibilità non modifica la sentenza precedente ma la rende definitiva e non più impugnabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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