Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Condanna alle Spese
Quando si presenta un’impugnazione in Cassazione, l’esito non è sempre una decisione sul merito della questione. Come dimostra una recente ordinanza, un ricorso inammissibile comporta conseguenze economiche significative per chi lo propone. In questo articolo, analizzeremo il caso e le sue implicazioni pratiche.
Il provvedimento in esame riguarda un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Firenze. La Suprema Corte, senza entrare nel dettaglio dei motivi, ha stabilito l’inammissibilità dell’atto, chiudendo di fatto la porta a un ulteriore esame della vicenda processuale.
I Fatti del Caso e la Decisione della Cassazione
Una persona condannata in secondo grado dalla Corte d’Appello di Firenze ha deciso di proporre ricorso per Cassazione. I reati originari menzionati nel fascicolo includevano l’evasione e il furto, sebbene quest’ultimo fosse stato dichiarato improcedibile per assenza di querela da parte della persona offesa.
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, dopo aver ricevuto il ricorso e ascoltato la relazione del Consigliere, ha emesso un’ordinanza che non ha analizzato il contenuto delle doglianze, ma si è fermata a un giudizio preliminare: il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
Le Conseguenze di un Ricorso Inammissibile
La dichiarazione di inammissibilità di un ricorso non è una decisione neutra. Al contrario, la legge prevede precise conseguenze a carico della parte che ha presentato l’impugnazione senza successo. In questo caso, la Corte ha applicato due sanzioni pecuniarie:
1. Condanna al pagamento delle spese processuali: la ricorrente è stata obbligata a rimborsare allo Stato tutti i costi sostenuti per la gestione della fase del procedimento davanti alla Cassazione.
2. Versamento alla Cassa delle ammende: oltre alle spese, è stata disposta la condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione ha una duplice funzione: da un lato, scoraggia la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori; dall’altro, finanzia progetti per il recupero dei detenuti e il miglioramento del sistema penitenziario.
Le Motivazioni della Decisione
L’ordinanza è molto sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato a qualificare il ricorso inammissibile. Tuttavia, in generale, un ricorso può essere dichiarato tale per diverse ragioni procedurali, come ad esempio la presentazione fuori termine, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge per il ricorso in Cassazione (ad esempio, si contestano i fatti e non la violazione di legge), o vizi nella forma dell’atto. La Corte, ritenendo sussistente una di queste cause ostative, ha applicato la sanzione processuale prevista, senza dover procedere all’esame del merito delle questioni sollevate.
Conclusioni e Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità. La presentazione di un ricorso inammissibile non solo non porta al risultato sperato, ma si traduce in un onere economico certo e talvolta gravoso. La decisione evidenzia l’importanza di una valutazione attenta e professionale prima di intraprendere un’impugnazione, specialmente davanti alla Suprema Corte, che ha criteri di accesso molto rigorosi. La condanna alla Cassa delle ammende serve come monito a non sovraccaricare il sistema giudiziario con iniziative processuali prive dei presupposti di legge.
Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, stabilita dal giudice, in favore della Cassa delle ammende.
A cosa serve la Cassa delle ammende?
È un ente che utilizza i fondi provenienti dalle sanzioni pecuniarie per finanziare programmi di reinserimento sociale per i detenuti e per migliorare le infrastrutture penitenziarie.
Perché nel caso di specie il reato di furto era stato dichiarato improcedibile?
Il reato di furto era stato dichiarato improcedibile a causa della mancanza di una querela, ovvero della formale richiesta di punizione da parte della persona offesa, che per questo tipo di reato è una condizione necessaria per avviare l’azione penale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 24844 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 24844 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 20/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a PAGANI il 13/12/1978
avverso la sentenza del 20/02/2025 della CORTE APPELLO di FIRENZE
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
n. 9714/25 Lafleur
OSSERVA
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per il reato di cui all’ art. 385 cod. pe
Esaminati i motivi di ricorso;
Ritenuto che il primo motivo dedotto nel ricorso, attinente alla responsabilità dell’impu
per il reato contestato, è privo di specificità in quanto si limita a generiche censur misurandosi affatto con gli apprezzamenti di merito adeguatamente scrutinati dalla Corte
territoriale con puntuale e logico apparato argomentativo (v. in particolare p. 5);
Rilevato che il secondo motivo di ricorso, che censura l’omessa applicazione della causa di
non punibilità per particolare tenuità del fatto ex
art. 131-bis cod. pen., è aspecifico dal momento che non si confronta adeguatamente con la motivazione del provvedimento
impugnato, avendo la Corte d’appello correttamente valorizzato – in senso ostativo a riconoscimento del beneficio – che l’imputata ha approfittato dell’autorizzazione conces
anche per commettere, oltre all’evasione, il reato di furto, pur dichiarato improcedibil mancanza di querela;
Rilevato, pertanto, che il ricorso debba essere dichiarato inammissibile, con la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favor della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processual e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 20/06/2025