LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: la Cassazione e le spese

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 20 gennaio 2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Roma. Tale decisione ha comportato per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, evidenziando le conseguenze economiche di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche di un Appello Sbagliato

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è un’opzione da prendere alla leggera. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci ricorda che un ricorso inammissibile non solo pone fine alla vicenda processuale, ma comporta anche significative conseguenze economiche per chi lo ha proposto. Analizziamo insieme questo provvedimento per capire meglio la dinamica e le implicazioni.

Il Contesto del Caso Giudiziario

La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma in data 20 febbraio 2024. Il ricorrente, un cittadino nato a Roma, ha deciso di impugnare tale decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, affidando le sue speranze all’ultimo grado di giurisdizione.

Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato. La Settima Sezione Penale della Cassazione, dopo aver esaminato il caso nell’udienza del 20 gennaio 2025, ha emesso un’ordinanza che chiude definitivamente la porta a ulteriori discussioni nel merito.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile e Condanna alle Spese

Il dispositivo dell’ordinanza è lapidario e non lascia spazio a interpretazioni. La Corte “Dichiara inammissibile il ricorso”. Questa formula significa che i giudici non sono nemmeno entrati nel merito delle questioni sollevate dall’appellante. Il ricorso è stato fermato all’ingresso per una carenza dei presupposti richiesti dalla legge per poter essere esaminato.

Le conseguenze di questa declaratoria sono duplici e di natura economica:
1. Condanna alle spese processuali: il ricorrente è stato obbligato a pagare tutti i costi legati al procedimento.
2. Versamento alla Cassa delle ammende: Oltre alle spese, è stata disposta la condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

L’ordinanza in esame è molto sintetica e si limita a enunciare la decisione finale (il cosiddetto P.Q.M. – Per Questi Motivi), senza esplicitare le ragioni specifiche che hanno portato a qualificare il ricorso inammissibile. Tuttavia, nella prassi della procedura penale, le cause di inammissibilità sono ben definite. Possono includere, ad esempio, la presentazione del ricorso fuori dai termini di legge, la mancanza di motivi specifici previsti dalla normativa per l’accesso in Cassazione (come la violazione di legge o il vizio di motivazione), o la proposizione di questioni che riguardano il merito dei fatti, non riesaminabili in sede di legittimità. La decisione della Corte, quindi, si fonda sul mancato rispetto di uno di questi requisiti procedurali essenziali.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questo provvedimento, seppur breve, è un monito importante sull’importanza di una valutazione attenta prima di intraprendere la via del ricorso in Cassazione. Non si tratta solo di una possibilità di rivedere una decisione sfavorevole, ma di un rimedio giuridico con regole di accesso molto stringenti. La dichiarazione di inammissibilità non solo rende vana la speranza di un riesame, ma attiva un meccanismo sanzionatorio che ha lo scopo di scoraggiare impugnazioni superficiali o dilatorie. La condanna a pagare una somma alla Cassa delle ammende, oltre alle spese processuali, rappresenta un costo tangibile che deve essere considerato da chiunque intenda adire la Suprema Corte.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che l’atto di impugnazione presenta difetti formali o sostanziali tali da impedire alla Corte di esaminarne il merito. In pratica, il ricorso viene respinto senza che i giudici valutino se le ragioni dell’appellante siano fondate o meno.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in Cassazione?
Secondo questa ordinanza, la parte che ha presentato il ricorso inammissibile è condannata a sostenere due tipi di costi: il pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma determinata dal giudice, in questo caso 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.

L’ordinanza spiega perché il ricorso è stato ritenuto inammissibile?
No, il testo del provvedimento si limita a comunicare la decisione finale. Le motivazioni specifiche non sono riportate, ma si basano necessariamente sulla mancanza di uno dei requisiti previsti dalla legge per poter accedere al giudizio di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati