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Ricorso inammissibile: la Cassazione e le spese

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Ancona. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, confermando le conseguenze negative di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza e le Conseguenze Economiche

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una via straordinaria per contestare vizi di legittimità di una sentenza. Tuttavia, non tutte le impugnazioni superano il vaglio preliminare della Suprema Corte. Un ricorso inammissibile viene rigettato senza neppure essere esaminato nel merito, comportando conseguenze significative per il ricorrente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di questa dinamica e delle sue implicazioni.

I Fatti del Caso

Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Ancona. L’imputato, ritenendo ingiusta la decisione dei giudici di secondo grado, ha deciso di adire la Suprema Corte di Cassazione per ottenere l’annullamento della pronuncia. Il procedimento è stato assegnato alla Settima Sezione Penale, la quale ha il compito specifico di esaminare in via preliminare la sussistenza dei requisiti di ammissibilità dei ricorsi.

La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile

Dopo aver esaminato gli atti, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 18 febbraio 2025, ha emesso una decisione netta e procedurale. I giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa statuizione impedisce alla Corte di entrare nel vivo della questione e di valutare se le doglianze del ricorrente fossero fondate o meno. La decisione si ferma a un livello precedente, accertando che l’atto di impugnazione mancava dei presupposti minimi richiesti dalla legge per poter essere giudicato.

Le Motivazioni della Decisione

Sebbene l’ordinanza non entri nel dettaglio delle specifiche ragioni di inammissibilità, è possibile delineare i principi generali che guidano tali decisioni. Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse cause, come la presentazione fuori termine, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (ad esempio, la violazione di legge o il vizio di motivazione), o la proposizione di censure che in realtà riguardano il merito dei fatti, la cui valutazione è preclusa al giudice di legittimità. La Settima Sezione Penale svolge proprio questa funzione di “filtro”, assicurando che solo i ricorsi validamente proposti giungano alla discussione. La declaratoria di inammissibilità, quindi, non esprime un giudizio sull’innocenza o colpevolezza del ricorrente, ma certifica unicamente l’irregolarità dell’impugnazione.

Le Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Le conseguenze di una declaratoria di inammissibilità sono duplici. In primo luogo, la sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile. In secondo luogo, scattano sanzioni economiche a carico del ricorrente. Come stabilito nell’ordinanza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria non ha natura risarcitoria, ma serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario. La decisione, pertanto, ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità, nel rispetto delle regole processuali, pena l’imposizione di conseguenze economiche anche rilevanti.

Cosa significa quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso ‘inammissibile’?
Significa che il ricorso non viene esaminato nel merito perché manca dei requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. La Corte non valuta se le ragioni del ricorrente siano giuste o sbagliate, ma si limita a constatare che l’impugnazione non può essere processata.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende. Nel caso specifico, tale somma è stata fissata in tremila euro.

La dichiarazione di inammissibilità influisce sulla sentenza precedente?
Sì, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso rende definitiva e irrevocabile la sentenza impugnata, in questo caso quella emessa dalla Corte d’Appello. Ciò significa che la decisione di secondo grado non può più essere messa in discussione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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