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Ricorso inammissibile: la Cassazione e le spese

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bari. A seguito di questa pronuncia, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, confermando le severe conseguenze di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Decisione della Cassazione

Quando si presenta un’impugnazione in Corte di Cassazione, è fondamentale rispettare rigorosamente i requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge. Un ricorso inammissibile non solo impedisce l’esame nel merito della questione, ma comporta anche significative conseguenze economiche per chi lo ha proposto. Un’ordinanza recente della Suprema Corte offre un chiaro esempio di questa dinamica processuale.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 28 ottobre 2024. L’imputato, tramite i suoi legali, ha deciso di impugnare la decisione dei giudici di secondo grado, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte, il più alto organo della giurisdizione italiana.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile

Con un’ordinanza emessa il 28 marzo 2025, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha posto fine al percorso del gravame. I giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa declaratoria ha un effetto perentorio: impedisce alla Corte di entrare nel vivo delle censure mosse alla sentenza d’appello e rende definitiva la decisione impugnata.

La conseguenza diretta e immediata di tale pronuncia è stata la condanna del ricorrente a sostenere non solo le spese del procedimento, ma anche a versare una sanzione pecuniaria.

Le Motivazioni

L’ordinanza in esame, per sua natura sintetica, non entra nel dettaglio delle ragioni specifiche che hanno portato a qualificare il ricorso come inammissibile. Generalmente, un ricorso può essere dichiarato tale per svariati motivi, come la manifesta infondatezza dei motivi, la presentazione fuori termine, la mancanza di specificità delle censure o la proposizione di questioni di fatto che non possono essere valutate in sede di legittimità.

La motivazione della decisione si concentra, quindi, sulla statuizione finale e sulle sue conseguenze legali. Il dispositivo (P.Q.M. – Per Questi Motivi) è chiaro e inequivocabile: la Corte, constatata l’inammissibilità, applica le disposizioni di legge che prevedono la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, quantificata nel caso di specie in euro tremila.

Le Conclusioni

Questa decisione ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge. La presentazione di un’impugnazione che non rispetta i rigidi paletti normativi non è priva di conseguenze. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione alla Cassa delle ammende funge da deterrente contro ricorsi presentati a scopo meramente dilatorio o senza una solida base giuridica. Per i cittadini e i professionisti, ciò sottolinea l’importanza di una valutazione attenta e scrupolosa prima di adire la Suprema Corte, al fine di evitare esiti sfavorevoli e costi aggiuntivi.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta che il ricorso non venga esaminato nel merito. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammontava la sanzione in questo specifico caso?
In questa ordinanza, la Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente al pagamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, oltre alle spese del procedimento.

Quale decisione era stata impugnata con il ricorso?
Il ricorso era stato proposto avverso la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 28 ottobre 2024.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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