Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di un Appello Mal Formulato
Quando si impugna una sentenza, è fondamentale rispettare precise regole formali e sostanziali. Un ricorso inammissibile non viene nemmeno esaminato nel merito, con conseguenze economiche rilevanti per chi lo propone. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come la mancanza di specificità nei motivi di appello possa portare non solo alla reiezione del ricorso, ma anche a una condanna pecuniaria.
I Fatti del Caso: Un Ricorso Contro la Sentenza d’Appello
Il caso analizzato trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma. L’imputato, attraverso il suo legale, ha deciso di portare la questione davanti alla Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, al fine di ottenere una revisione della decisione a lui sfavorevole.
La Decisione della Cassazione: Il Ricorso Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti, ha emesso un’ordinanza per dichiarare il ricorso inammissibile. Questo significa che i giudici non sono entrati nel vivo della questione per valutare se le richieste del ricorrente fossero fondate o meno. La decisione si è fermata a un livello preliminare, quello della validità formale e sostanziale dell’atto di impugnazione.
Le Motivazioni della Suprema Corte
La Corte ha motivato la sua decisione in modo netto e conciso. Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché “deduce un motivo privo della puntuale enunciazione delle ragioni di diritto che lo giustificano e dei correlati congrui riferimenti alla motivazione dell’atto impugnato”. In termini più semplici, l’atto di ricorso era generico. Mancava di una spiegazione chiara e specifica dei motivi legali per cui la sentenza della Corte d’Appello sarebbe stata errata. Non basta affermare di non essere d’accordo con una decisione; è necessario indicare con precisione le norme violate o i vizi logici presenti nella motivazione del giudice precedente, collegandoli in modo puntuale a passaggi specifici della sentenza impugnata. La mancanza di questa specificità rende il ricorso un atto sterile, incapace di innescare una revisione utile da parte della Corte di Cassazione.
Le Conclusioni: Non Solo Spese, ma Anche una Sanzione
Le conseguenze di un ricorso inammissibile non sono meramente procedurali. La Corte, come diretta conseguenza, ha condannato il ricorrente a due pagamenti:
1. Il pagamento delle spese processuali.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Quest’ultima condanna è particolarmente significativa. I giudici hanno specificato che non era possibile ritenere che il ricorrente avesse proposto l’impugnazione “senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità”, citando un importante principio stabilito dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 186 del 2000). Ciò implica che la presentazione di un ricorso palesemente infondato o mal formulato non è considerata una semplice leggerezza, ma una condotta colposa che merita una sanzione. Questa misura ha lo scopo di disincentivare impugnazioni dilatorie o presentate senza la dovuta diligenza, contribuendo a preservare l’efficienza del sistema giudiziario.
Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché era privo di una puntuale enunciazione delle ragioni di diritto che lo giustificavano e non conteneva riferimenti specifici e pertinenti alla motivazione della sentenza impugnata. In sostanza, era formulato in modo generico e non specificava chiaramente gli errori di diritto commessi dal giudice precedente.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
È sempre prevista una sanzione pecuniaria in caso di inammissibilità?
Sulla base del provvedimento, la sanzione pecuniaria viene irrogata perché la Corte ritiene che il ricorrente abbia agito con colpa nel determinare la causa di inammissibilità, ovvero non è scusabile per aver presentato un ricorso con difetti così evidenti. La sanzione è quindi legata a una valutazione di colpevolezza nella presentazione dell’impugnazione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 2735 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 2735 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME COGNOME
Data Udienza: 22/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a ROMA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 13/04/2023 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe; esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché deduce un motivo privo della puntuale enunciazione delle ragioni di diritto che lo giustificano e dei correlati congrui riferimen motivazione dell’atto impugnato;
ritenuto che all’inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila da versare in favore della cassa delle ammende, non potendosi ritenere che lo stesso abbia proposto il ricorso senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Corte cost. n. 186 del 2000).
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 22 dicembre 2023.