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Ricorso inammissibile: la Cassazione e le conseguenze

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 26 marzo 2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro. La decisione sottolinea le gravi conseguenze derivanti dalla presentazione di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando l’impugnazione costa cara

Presentare un ricorso inammissibile dinanzi alla Corte di Cassazione non è una mossa priva di conseguenze. Come dimostra una recente ordinanza, un’impugnazione che non rispetta i canoni procedurali previsti dalla legge viene non solo respinta, ma comporta anche sanzioni economiche significative per chi la propone. Analizziamo insieme una decisione che serve da monito sull’importanza del rigore formale nel processo penale.

I Fatti del Caso

Il caso in esame ha origine dal ricorso presentato da un soggetto avverso una precedente sentenza della Corte di Cassazione, datata 8 maggio 2024. Il ricorrente ha tentato di impugnare una decisione del massimo organo della giurisdizione ordinaria, una mossa processualmente complessa e raramente ammessa.

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione è stata chiamata a valutare l’ammissibilità di tale ricorso in un’udienza tenutasi il 26 marzo 2025.

La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile

L’esito è stato netto e inequivocabile. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa declaratoria non si è limitata a chiudere il procedimento, ma ha attivato una serie di conseguenze economiche a carico del ricorrente.

Nello specifico, la Corte ha disposto:
1. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.
2. La condanna al versamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa seconda sanzione ha natura punitiva e serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.

Le Motivazioni della Decisione

Il provvedimento non entra nel merito della vicenda sottostante, ma si concentra esclusivamente sugli aspetti procedurali. La Corte, nel suo dispositivo, ha ritenuto che il ricorso dovesse essere dichiarato inammissibile. Sebbene il ricorrente avesse citato una precedente sentenza a supporto delle proprie ragioni (Cass. n. 47316/2006), i giudici hanno ritenuto che quella situazione fosse ‘palesemente non ravvisabile nel caso di specie’.

La motivazione, seppur sintetica, lascia intendere che l’impugnazione mancasse dei presupposti fondamentali richiesti dalla legge per poter essere esaminata. La decisione di sanzionare economicamente il ricorrente è una diretta conseguenza di questa valutazione, applicando un principio consolidato che mira a preservare l’efficienza della giustizia e a penalizzare l’abuso dello strumento processuale.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione in commento ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: ogni impugnazione deve essere fondata su motivi specifici e validi previsti dalla legge. Un ricorso inammissibile non è solo un tentativo infruttuoso di ottenere una revisione del giudizio, ma si trasforma in un costo tangibile per il proponente. La condanna alle spese processuali e al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende rappresenta un deterrente per evitare ricorsi avventati. Per i cittadini e i loro difensori, questa ordinanza è un chiaro promemoria della necessità di una valutazione attenta e rigorosa prima di adire la Corte di Cassazione, per non incorrere in sanzioni che aggravano ulteriormente la posizione processuale.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che il giudice non può esaminare il merito della questione perché l’atto di impugnazione manca dei requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in Cassazione?
La parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammontava la sanzione pecuniaria in questo caso specifico?
In questo caso, il ricorrente è stato condannato a versare la somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, oltre al pagamento delle spese processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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