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Ricorso inammissibile: la Cassazione e le conseguenze

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, confermando le severe conseguenze di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Analisi di una Recente Ordinanza della Cassazione

L’esito di un procedimento giudiziario non si conclude sempre con una sentenza che stabilisce chi ha torto o ragione nel merito della questione. A volte, il percorso si interrompe prima, a causa di vizi procedurali. È il caso del ricorso inammissibile, una decisione che blocca l’esame dell’impugnazione e comporta conseguenze economiche significative per chi l’ha proposta. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di questa dinamica.

I Fatti Processuali

La vicenda giudiziaria trae origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catania in data 17 giugno 2024. Avverso tale decisione, un soggetto proponeva ricorso per Cassazione, cercando di ottenere un riesame del suo caso davanti alla Suprema Corte, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Il caso veniva quindi assegnato alla Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, che fissava l’udienza per la discussione.

La Decisione della Corte: la Dichiarazione di Inammissibilità

All’udienza del 21 febbraio 2025, la Corte di Cassazione, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere incaricato, ha emesso la sua decisione. Invece di analizzare le motivazioni del ricorso, la Corte lo ha dichiarato ricorso inammissibile. Questa statuizione impedisce ai giudici di entrare nel vivo della controversia. La conseguenza diretta è stata duplice e onerosa per il ricorrente: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

L’ordinanza in esame è estremamente sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato alla dichiarazione di inammissibilità. Tuttavia, in linea generale, un ricorso viene dichiarato inammissibile quando manca dei presupposti previsti dalla legge. Le cause possono essere molteplici: la presentazione fuori dai termini perentori, la mancanza di motivi specifici di impugnazione, la proposizione di questioni di fatto che non possono essere valutate in sede di legittimità, oppure la manifesta infondatezza dei motivi addotti. La decisione della Corte, in questi casi, è di natura prettamente processuale: si limita a constatare l’esistenza di un vizio che preclude l’esame del merito, senza esprimere alcun giudizio sulla colpevolezza o innocenza dell’imputato.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale: l’accesso ai mezzi di impugnazione è un diritto, ma deve essere esercitato nel rispetto rigoroso delle regole. La dichiarazione di ricorso inammissibile non è una mera formalità, ma una sanzione processuale che comporta conseguenze economiche rilevanti. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende ha una duplice funzione: da un lato, scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori; dall’altro, finanziare progetti volti al miglioramento del sistema penitenziario. Questa ordinanza serve quindi da monito sull’importanza di una valutazione attenta e professionale prima di intraprendere la via del ricorso per Cassazione, un percorso irto di ostacoli formali la cui inosservanza può costare cara.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, a titolo sanzionatorio, in favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo caso specifico?
Nel caso esaminato, il ricorrente è stato condannato a versare la somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, oltre al pagamento delle spese processuali.

Quale provvedimento era stato impugnato con il ricorso?
Il ricorso dichiarato inammissibile era stato proposto avverso una sentenza della Corte d’Appello di Catania emessa in data 17 giugno 2024.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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