Ricorso Inammissibile: Lezione dalla Cassazione sulle Sanzioni Pecuniarie
Quando si decide di impugnare una sentenza, è fondamentale rispettare scrupolosamente le norme procedurali. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci offre uno spunto di riflessione sulle conseguenze di un ricorso inammissibile, evidenziando non solo la fine del percorso giudiziario ma anche le significative sanzioni economiche che ne possono derivare. Questo caso dimostra l’importanza di affidarsi a una difesa tecnica competente per evitare esiti sfavorevoli.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione da un individuo contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna in data 11 ottobre 2024. Il ricorrente, tramite il suo legale, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, portando la questione all’attenzione dei giudici di legittimità.
La Decisione della Corte di Cassazione e il Ricorso Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 14 maggio 2025, ha posto fine al procedimento in modo netto e perentorio. I giudici supremi, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere designato e dato avviso alle parti, hanno dichiarato il ricorso inammissibile.
Questa statuizione è di cruciale importanza: significa che la Corte non è entrata nel merito della questione. Non ha valutato se le ragioni del ricorrente fossero fondate o meno, ma si è fermata a un livello preliminare, riscontrando la mancanza dei requisiti essenziali previsti dalla legge per poter esaminare l’impugnazione.
Le Conseguenze Economiche della Pronuncia
La dichiarazione di inammissibilità non è stata priva di conseguenze. Al contrario, la Corte ha condannato il ricorrente a sostenere due tipi di oneri economici:
1. Il pagamento delle spese processuali: si tratta dei costi generali legati al procedimento dinanzi alla Cassazione.
2. Il versamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende: questa è una vera e propria sanzione pecuniaria, prevista dal codice di procedura penale per i casi di inammissibilità del ricorso, con lo scopo di scoraggiare impugnazioni presentate in modo temerario o senza i presupposti di legge.
Le Motivazioni della Decisione
L’ordinanza in esame è molto sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato a dichiarare il ricorso inammissibile. Tuttavia, in via generale, le cause di inammissibilità di un ricorso per cassazione possono essere molteplici e riguardano vizi sia formali che sostanziali. Ad esempio, un ricorso può essere dichiarato inammissibile se viene presentato oltre i termini di legge, se i motivi non sono tra quelli tassativamente previsti dal codice di procedura penale (come la violazione di legge o il vizio di motivazione), o se le censure sono generiche e non si confrontano specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata. La sanzione pecuniaria inflitta suggerisce che i vizi riscontrati erano di una certa gravità, tali da giustificare una condanna volta a disincentivare futuri ricorsi infondati.
Conclusioni
Questa pronuncia della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: l’accesso alla giustizia, specialmente al suo grado più alto, è un diritto che deve essere esercitato con responsabilità. La dichiarazione di ricorso inammissibile non è solo un ostacolo procedurale, ma comporta conseguenze economiche tangibili per chi agisce in giudizio senza rispettare le regole. La condanna al pagamento di una somma a favore della Cassa delle ammende serve da monito, sottolineando che i ricorsi palesemente infondati o presentati in modo non corretto non solo non verranno esaminati, ma saranno anche sanzionati per non appesantire inutilmente il sistema giudiziario.
Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, rifiutandosi di esaminare il merito della questione.
Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a versare una sanzione di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Cosa significa che un ricorso è dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che l’impugnazione non possiede i requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge per essere esaminata nel merito dalla Corte. Di conseguenza, viene respinta in via preliminare.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 20826 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 20826 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 14/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato il 03/07/1982
avverso la sentenza del 11/10/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che l’imputato NOME ricorre avverso la sentenza della Corte di appello di Bologna che ne ha confermato la condanna per
il reato di tentato furto aggravato;
Rilevato che il primo motivo di ricorso, che contesta l’esclusione della causa di non punibilità di cui all’art. 131 bis cod. pen., è generico in quanto coglie la
ragione della decisione incentrata sulla causa ostativa rappresentata dal
“comportamento abituale”;
Considerato che il secondo motivo, che deduce erronea applicazione dell’art.
133 cod. pen., è inedito oltre che intrinsecamente generico;
Ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di
euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 14/05/2025