Ricorso Inammissibile: Quando l’Impugnazione in Cassazione Costa Caro
Presentare un ricorso inammissibile in Corte di Cassazione non è una mossa priva di conseguenze. Un’ordinanza recente della Settima Sezione Penale chiarisce in modo inequivocabile quali sono i rischi, non solo in termini di esito negativo del giudizio, ma anche dal punto di vista economico. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere meglio le dinamiche procedurali e le implicazioni pratiche per chi decide di intraprendere l’ultimo grado di giudizio.
Il Contesto del Caso Giudiziario
La vicenda processuale nasce da un ricorso presentato da una cittadina avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma nel settembre 2024. La ricorrente ha deciso di portare il caso davanti alla Suprema Corte di Cassazione, sperando di ottenere una riforma della decisione precedente. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale, che ha il compito di esaminare in via preliminare la sussistenza dei requisiti di ammissibilità dei ricorsi.
La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile
Con un’ordinanza emessa nel maggio 2025, la Corte di Cassazione ha posto fine al percorso giudiziario della ricorrente in modo netto e definitivo. Il collegio ha dichiarato il ricorso inammissibile.
Questa declaratoria non si è limitata a chiudere il caso, ma ha attivato una serie di conseguenze economiche a carico della parte che ha proposto l’impugnazione. La Corte ha infatti condannato la ricorrente a due specifici pagamenti:
1. Il pagamento delle spese processuali sostenute nello stesso grado di giudizio.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Questa seconda condanna ha natura sanzionatoria e serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o privi dei requisiti richiesti dalla legge, che congestionano inutilmente il lavoro della Suprema Corte.
Le Motivazioni della Decisione
Sebbene l’ordinanza in esame sia molto sintetica e non entri nel dettaglio delle specifiche ragioni che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità, è possibile delineare i motivi generali per cui un ricorso in Cassazione viene respinto in questa fase preliminare. Tipicamente, un ricorso inammissibile può derivare da:
* Vizi di Forma: Mancanza di elementi essenziali nell’atto, come una chiara esposizione dei motivi o l’indicazione delle norme violate.
* Proposizione Fuori Termine: Il ricorso è stato presentato oltre i termini perentori stabiliti dalla legge.
* Motivi non Consentiti: Il ricorrente tenta di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione dei fatti o delle prove, un compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non al giudice di legittimità.
* Manifesta Infondatezza: I motivi addotti appaiono palesemente privi di qualsiasi fondamento giuridico.
La decisione della Corte, quindi, si fonda sulla violazione di una o più di queste regole procedurali, impedendo un esame sul merito della questione.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
La pronuncia analizzata è un monito importante: il ricorso per Cassazione è uno strumento straordinario, non una semplice prosecuzione dei gradi di merito. La dichiarazione di inammissibilità comporta conseguenze finanziarie significative, che si sommano alle eventuali condanne già subite nei precedenti gradi di giudizio. Prima di intraprendere questa strada, è fondamentale un’attenta valutazione da parte di un legale esperto per verificare la reale sussistenza dei presupposti di legge, evitando così di incorrere in una condanna certa alle spese e a sanzioni pecuniarie.
Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Secondo l’ordinanza, la parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria, in questo caso di 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.
Chi paga le spese processuali in caso di ricorso inammissibile?
Il provvedimento stabilisce chiaramente che è la parte ricorrente, la cui impugnazione è stata giudicata inammissibile, a dover sostenere il pagamento delle spese processuali.
La Corte di Cassazione ha esaminato il merito della questione in questo caso?
No, la dichiarazione di inammissibilità implica che la Corte non ha valutato la fondatezza delle accuse o delle difese nel merito, ma ha interrotto il suo giudizio a una fase preliminare, riscontrando la mancanza dei requisiti essenziali previsti dalla legge per l’atto di ricorso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 21424 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 21424 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 05/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a CROTONE il 24/04/1957
avverso la sentenza del 13/09/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
Visti gli atti e la sentenza impugnata, con cui è stata confermata la condanna
di NOME COGNOME per il reato di cui all’art. 385 cod. pen.;
esaminato l’unico motivo di ricorso, con cui si chiede la disapplicazione della
recidiva;
considerato che la Corte di appello, oltre a richiamare i precedenti specifici
dell’imputata, ha affermato che gli stessi avevano influito sulla genesi del reato, così ritenendo il reato in disamina sintomo di maggiore pericolosità della
ricorrente;
ritenuto che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna
della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna dal ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 5 maggio 2025
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Il Consigliere estensore