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Ricorso Inammissibile: la Cassazione e le conseguenze

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Roma. A seguito di tale decisione, la parte ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende, evidenziando le severe conseguenze di un’impugnazione che non rispetta i requisiti di legge.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Impugnazione in Cassazione Costa Caro

Presentare un ricorso inammissibile in Corte di Cassazione non è una mossa priva di conseguenze. Un’ordinanza recente della Settima Sezione Penale chiarisce in modo inequivocabile quali sono i rischi, non solo in termini di esito negativo del giudizio, ma anche dal punto di vista economico. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere meglio le dinamiche procedurali e le implicazioni pratiche per chi decide di intraprendere l’ultimo grado di giudizio.

Il Contesto del Caso Giudiziario

La vicenda processuale nasce da un ricorso presentato da una cittadina avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma nel settembre 2024. La ricorrente ha deciso di portare il caso davanti alla Suprema Corte di Cassazione, sperando di ottenere una riforma della decisione precedente. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale, che ha il compito di esaminare in via preliminare la sussistenza dei requisiti di ammissibilità dei ricorsi.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

Con un’ordinanza emessa nel maggio 2025, la Corte di Cassazione ha posto fine al percorso giudiziario della ricorrente in modo netto e definitivo. Il collegio ha dichiarato il ricorso inammissibile.

Questa declaratoria non si è limitata a chiudere il caso, ma ha attivato una serie di conseguenze economiche a carico della parte che ha proposto l’impugnazione. La Corte ha infatti condannato la ricorrente a due specifici pagamenti:

1. Il pagamento delle spese processuali sostenute nello stesso grado di giudizio.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa seconda condanna ha natura sanzionatoria e serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o privi dei requisiti richiesti dalla legge, che congestionano inutilmente il lavoro della Suprema Corte.

Le Motivazioni della Decisione

Sebbene l’ordinanza in esame sia molto sintetica e non entri nel dettaglio delle specifiche ragioni che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità, è possibile delineare i motivi generali per cui un ricorso in Cassazione viene respinto in questa fase preliminare. Tipicamente, un ricorso inammissibile può derivare da:

* Vizi di Forma: Mancanza di elementi essenziali nell’atto, come una chiara esposizione dei motivi o l’indicazione delle norme violate.
* Proposizione Fuori Termine: Il ricorso è stato presentato oltre i termini perentori stabiliti dalla legge.
* Motivi non Consentiti: Il ricorrente tenta di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione dei fatti o delle prove, un compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non al giudice di legittimità.
* Manifesta Infondatezza: I motivi addotti appaiono palesemente privi di qualsiasi fondamento giuridico.

La decisione della Corte, quindi, si fonda sulla violazione di una o più di queste regole procedurali, impedendo un esame sul merito della questione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La pronuncia analizzata è un monito importante: il ricorso per Cassazione è uno strumento straordinario, non una semplice prosecuzione dei gradi di merito. La dichiarazione di inammissibilità comporta conseguenze finanziarie significative, che si sommano alle eventuali condanne già subite nei precedenti gradi di giudizio. Prima di intraprendere questa strada, è fondamentale un’attenta valutazione da parte di un legale esperto per verificare la reale sussistenza dei presupposti di legge, evitando così di incorrere in una condanna certa alle spese e a sanzioni pecuniarie.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Secondo l’ordinanza, la parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria, in questo caso di 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.

Chi paga le spese processuali in caso di ricorso inammissibile?
Il provvedimento stabilisce chiaramente che è la parte ricorrente, la cui impugnazione è stata giudicata inammissibile, a dover sostenere il pagamento delle spese processuali.

La Corte di Cassazione ha esaminato il merito della questione in questo caso?
No, la dichiarazione di inammissibilità implica che la Corte non ha valutato la fondatezza delle accuse o delle difese nel merito, ma ha interrotto il suo giudizio a una fase preliminare, riscontrando la mancanza dei requisiti essenziali previsti dalla legge per l’atto di ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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