Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi e Conseguenze di un’Ordinanza
L’esito di un procedimento giudiziario può dipendere non solo dalla fondatezza delle proprie ragioni, ma anche dal rispetto rigoroso delle norme procedurali. Un esempio emblematico è la dichiarazione di ricorso inammissibile, un provvedimento che impedisce alla Corte di Cassazione di esaminare il merito della questione. In questo articolo analizzeremo un’ordinanza della Suprema Corte che illustra chiaramente le conseguenze di un’impugnazione carente dei presupposti di legge, con la conseguente condanna del ricorrente a sanzioni economiche.
Il Caso in Esame: Un Appello Respinto dalla Suprema Corte
La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Genova in data 4 novembre 2024. Il ricorrente, cercando di ottenere una riforma della decisione di secondo grado, ha adito la Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. L’udienza per la discussione del caso è stata fissata per il 5 maggio 2025. Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato dal proponente.
La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile
Con un’ordinanza sintetica ma perentoria, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha posto fine al percorso giudiziario. I giudici supremi hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa statuizione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un controllo preliminare sulla validità formale e sostanziale dell’atto di impugnazione. La decisione ha avuto due conseguenze dirette e onerose per il ricorrente:
1. Condanna alle spese processuali: Il ricorrente è stato obbligato a sostenere i costi del giudizio di legittimità.
2. Sanzione pecuniaria: È stata disposta la condanna al pagamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, un fondo destinato a finanziare progetti di recupero per i detenuti.
Le motivazioni
Sebbene l’ordinanza non espliciti nel dettaglio i motivi specifici dell’inammissibilità, possiamo dedurli dalla prassi consolidata della Corte di Cassazione. Un ricorso inammissibile viene dichiarato tale per diverse ragioni, tutte riconducibili a vizi dell’atto di impugnazione. Tra le cause più comuni vi sono:
* Mancanza di motivi specifici: Il ricorso non indica in modo chiaro e preciso le violazioni di legge o i vizi di motivazione che si intendono denunciare.
* Proposizione di questioni di fatto: La Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Non può rivalutare i fatti del processo, ma solo verificare la corretta applicazione delle norme giuridiche. Un ricorso che chiede una nuova valutazione delle prove è, per sua natura, inammissibile.
* Vizi formali: L’atto potrebbe essere stato presentato fuori termine o da un soggetto non legittimato.
La decisione di condannare il ricorrente al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende ha una funzione sanzionatoria e deterrente, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori che appesantiscono inutilmente il lavoro della Suprema Corte.
Le conclusioni
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale: l’accesso alla giustizia è un diritto, ma il suo esercizio deve avvenire nel rispetto delle regole. Un ricorso inammissibile non solo non ottiene il risultato sperato, ma comporta anche conseguenze economiche significative per chi lo propone. La sentenza della Corte d’Appello, non potendo essere esaminata nel merito, diventa definitiva e passa in giudicato. Per i professionisti del diritto, questo caso serve come monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione rigorosi e ben motivati, concentrandosi esclusivamente sulle questioni di legittimità ammesse in sede di Cassazione. Per i cittadini, è la dimostrazione che il percorso giudiziario ha tappe e requisiti che non possono essere ignorati.
Cosa significa quando la Cassazione dichiara un ricorso ‘inammissibile’?
Significa che il ricorso non può essere esaminato nel merito perché è privo dei requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge. Di conseguenza, la decisione impugnata diventa definitiva e non più contestabile.
Quali sono le conseguenze economiche per chi propone un ricorso dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, che in questo specifico caso ammonta a 3.000 euro da versare alla Cassa delle ammende.
La decisione della Corte d’Appello è stata modificata da questa ordinanza?
No, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso non modifica la sentenza della Corte d’Appello. Al contrario, ne causa la definitività, rendendola esecutiva a tutti gli effetti.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 21388 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 21388 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 05/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato il 03/03/1995
avverso la sentenza del 04/11/2024 della CORTE APPELLO di GENOVA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
Ritenuto che il ricorso, proposto da NOMECOGNOME è inammissibile,
perché le censure prospettate non sono consentite dalla legge in sede di legittimità, in quanto volte a contrastare il trattamento sanzionatorio, malgrado la
sentenza impugnata risulti sorretta da sufficiente e non illogica motivazione nonché da adeguato esame delle deduzioni difensive sul punto (viene fatto un
assorbente riferimento alla personalità dell’imputato, indifferente all’efficacia dissuasiva delle condanne inflittegli e intenzionato a contrastare con ricorso alla
violenza l’azione legittima degli agenti di polizia giudiziaria), sviluppato con argomentazioni logiche che portano il relativo giudizio al riparo da rilievi
prospettabili in sede di legittimità;
rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui
all’art. 616 cod. proc. pen.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 5 maggio 2025
Il Consigliere estensore
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