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Ricorso inammissibile: la Cassazione e le conseguenze

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte di Appello di Torino. Tale decisione ha comportato per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro. Il provvedimento evidenzia le severe conseguenze procedurali di un appello che non supera il vaglio di ammissibilità.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Analisi di un’Ordinanza della Cassazione

Quando si impugna una sentenza, specialmente davanti alla Corte di Cassazione, è fondamentale conoscere i rischi procedurali. Un ricorso inammissibile non solo pone fine al percorso legale, ma comporta anche conseguenze economiche significative per chi lo ha proposto. Un’ordinanza recente della Settima Sezione Penale della Cassazione ci offre un chiaro esempio di questa dinamica, confermando la condanna di un ricorrente al pagamento delle spese e di una cospicua somma alla Cassa delle ammende.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte di Appello di Torino nel giugno del 2024. Il ricorrente ha deciso di portare la questione dinanzi alla Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. La Suprema Corte, riunitasi in udienza nel marzo 2025, ha esaminato il ricorso proposto. Tuttavia, l’esito non è stato un’analisi nel merito della vicenda, bensì una decisione di carattere prettamente procedurale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con una sintetica ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa statuizione ha due conseguenze dirette e onerose per il ricorrente:

1. Condanna al pagamento delle spese processuali: Il soggetto che ha presentato il ricorso è stato obbligato a sostenere tutti i costi legati a quella fase del giudizio.
2. Condanna al versamento di una somma alla Cassa delle ammende: Oltre alle spese, è stata imposta una sanzione pecuniaria di tremila euro da versare a favore di questo specifico fondo statale.

Questa decisione sottolinea la severità con cui l’ordinamento sanziona i ricorsi che non presentano i requisiti necessari per essere esaminati nel merito.

Le Motivazioni della Decisione

Sebbene l’ordinanza in esame non entri nel dettaglio delle specifiche ragioni che hanno portato alla dichiarazione di inammissibilità, la decisione si fonda sull’applicazione di precise norme procedurali. In generale, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per vari motivi, come la presentazione fuori termine, la mancanza di motivi di diritto specifici (la Cassazione non è un terzo grado di merito), o la manifesta infondatezza delle censure mosse alla sentenza impugnata. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende non è una punizione discrezionale, ma una conseguenza quasi automatica prevista dalla legge per dissuadere la presentazione di impugnazioni avventate o dilatorie. La ratio è quella di sanzionare l’abuso dello strumento processuale, che impegna inutilmente le risorse della giustizia.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La pronuncia analizzata è un monito importante. Chi intende ricorrere in Cassazione deve essere consapevole che non si tratta di un tentativo privo di rischi. Un ricorso inammissibile si traduce in una sconfitta non solo legale ma anche economica. È pertanto cruciale affidarsi a un’analisi legale approfondita per valutare le reali possibilità di successo dell’impugnazione, evitando così di incorrere in sanzioni che possono aggravare ulteriormente la posizione del soggetto coinvolto. La decisione evidenzia la funzione della Cassazione non solo come giudice della legge, ma anche come garante dell’efficienza del sistema giudiziario, scoraggiando attivamente i ricorsi privi di fondamento.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
L’appello viene respinto senza un esame del merito e il ricorrente viene condannato a pagare le spese processuali e una somma di denaro alla Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo caso?
In questo caso, il ricorrente è stato condannato a pagare una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, oltre alle spese processuali.

Qual è la corte che ha emesso la sentenza impugnata?
La sentenza impugnata è stata emessa dalla Corte di Appello di Torino in data 19/06/2024.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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