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Ricorso inammissibile: la Cassazione e l’art. 610 c.p.p.

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile, applicando l’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria poiché i motivi del loro appello non rientravano nei casi previsti dalla legge.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi dell’Art. 610 c.p.p.

L’accesso alla Corte di Cassazione è un momento cruciale nel sistema giudiziario, ma è regolato da norme procedurali molto stringenti. Un ricorso inammissibile può comportare non solo la fine del percorso legale, ma anche sanzioni economiche significative. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre l’occasione per approfondire i criteri di ammissibilità, con particolare riferimento all’applicazione dell’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale.

I Fatti del Caso

Due soggetti avevano presentato ricorso alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello. Il loro obiettivo era ottenere una revisione della decisione di secondo grado. Tuttavia, il loro tentativo di accedere al giudizio di legittimità si è scontrato con una valutazione preliminare da parte della Suprema Corte.

La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, con una procedura snella e senza udienza pubblica, ha dichiarato i ricorsi presentati come inammissibili. Questa decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate dai ricorrenti, ma si è fermata a un gradino prima: la verifica dei presupposti formali e sostanziali per poter adire la Corte stessa.

Conseguentemente alla dichiarazione di inammissibilità, i ricorrenti sono stati condannati in solido al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione dell’ordinanza è concisa ma estremamente chiara e si fonda sull’applicazione dell’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Questa norma, introdotta con la riforma del 2017, consente alla Corte di dichiarare un ricorso inammissibile de plano, ovvero con una procedura semplificata, quando i motivi addotti sono palesemente non consentiti dalla legge.

La Corte ha osservato che le doglianze sollevate dai ricorrenti non rientravano in alcuna delle categorie di vizi per cui è ammesso il ricorso in Cassazione. La legge penale delimita in modo tassativo i motivi per cui si può impugnare una sentenza di secondo grado, escludendo, ad esempio, una semplice rivalutazione dei fatti già esaminati dai giudici di merito.

Poiché i motivi presentati erano estranei a questo catalogo chiuso, la Corte ha ritenuto che i ricorsi dovessero essere dichiarati inammissibili senza necessità di ulteriori approfondimenti, applicando la sanzione pecuniaria prevista come deterrente contro impugnazioni dilatorie o manifestamente infondate.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge e delle norme procedurali.

Per gli operatori del diritto, l’insegnamento è chiaro: è essenziale formulare i motivi di ricorso con estrema precisione tecnica, incanalandoli in uno dei vizi tassativamente previsti dall’art. 606 c.p.p. Tentare di ottenere una nuova valutazione del merito attraverso il ricorso in Cassazione espone al rischio concreto di una declaratoria di inammissibilità e a conseguenze economiche rilevanti per il proprio assistito. La procedura semplificata introdotta nel 2017 ha reso questo esito ancora più rapido ed efficace, scoraggiando impugnazioni esplorative.

Perché i ricorsi sono stati dichiarati inammissibili?
I ricorsi sono stati dichiarati inammissibili perché i motivi dedotti dai ricorrenti non rientravano tra i casi per i quali la legge consente di proporre ricorso per Cassazione.

Qual è la base giuridica per la dichiarazione di inammissibilità ‘de plano’?
La base giuridica è l’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, introdotto dalla legge n. 103 del 2017, che permette alla Corte di Cassazione di dichiarare l’inammissibilità in modo sommario.

Quali sono state le conseguenze economiche per i ricorrenti?
I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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