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Ricorso inammissibile: la Cassazione e l’appello-copia

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile per tentato furto aggravato. La Corte ha stabilito che l’appello, essendo una mera riproposizione dei motivi già respinti in secondo grado senza una critica specifica alla sentenza impugnata, non assolve alla sua funzione tipica, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 30 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione chiarisce quando l’Appello è solo una Copia

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, non è sufficiente ripetere le stesse lamentele già esposte nei gradi precedenti. Una recente ordinanza della Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: l’impugnazione deve essere una critica argomentata e specifica alla sentenza che si contesta. In caso contrario, il risultato è un ricorso inammissibile, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione. Analizziamo insieme questa decisione per capire meglio le regole del processo penale.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna per tentato furto aggravato, emessa in primo grado dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato era stato condannato a una pena detentiva e a una multa. La difesa, non accettando la decisione di secondo grado, ha deciso di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio in Italia.

L’Aggravante contestata e il Ricorso in Cassazione

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso basandosi su un unico motivo: la presunta illogicità della motivazione della Corte d’Appello riguardo alla sussistenza dell’aggravante della violenza sulle cose. Inoltre, lamentava un travisamento della prova, ossia una scorretta interpretazione delle dichiarazioni rese da un testimone durante il processo. L’obiettivo era ottenere l’annullamento della sentenza di condanna o, quantomeno, l’eliminazione dell’aggravante contestata.

La Questione del Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, tuttavia, non è entrata nel merito delle argomentazioni difensive. Ha invece fermato il suo esame a un livello preliminare, dichiarando il ricorso inammissibile. La ragione di questa decisione risiede nella natura stessa dei motivi presentati. Secondo i giudici, il ricorso si limitava a riproporre le medesime considerazioni critiche già avanzate nell’atto di appello e che la Corte territoriale aveva già esaminato e respinto con una motivazione logica e congrua. In sostanza, l’imputato non ha criticato la sentenza d’appello, ma ha semplicemente ripetuto argomenti già sconfessati.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha richiamato il suo consolidato orientamento giurisprudenziale per spiegare la sua decisione. La funzione tipica di un’impugnazione, come previsto dagli articoli 581 e 591 del codice di procedura penale, è quella di una critica argomentata contro il provvedimento che si intende contestare. Questo significa che l’atto di impugnazione deve contenere un confronto puntuale e specifico con le argomentazioni della sentenza impugnata, indicando chiaramente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono la richiesta di riforma.

Quando un ricorso, come nel caso di specie, si limita a reiterare i motivi già presentati in appello senza confrontarsi criticamente con la risposta data dal giudice di secondo grado, esso perde la sua unica funzione. Diventa una sterile ripetizione e, per questo, deve essere dichiarato inammissibile. La Corte ha sottolineato che un ricorso che non dialoga con la motivazione della sentenza che impugna è destinato fin dall’inizio all’inammissibilità.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

La decisione in commento offre una lezione importante per la pratica legale. Presentare un ricorso in Cassazione richiede un lavoro di analisi critica della sentenza di secondo grado, non una semplice riproposizione dei motivi di appello. È necessario individuare i vizi logici o giuridici specifici nella motivazione del giudice d’appello e costruire su di essi il proprio ricorso. Diversamente, si corre il serio rischio di vedere il proprio sforzo vanificato da una declaratoria di inammissibilità. Tale esito comporta non solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una somma a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000,00 euro.

Perché un ricorso può essere dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile se non soddisfa i requisiti di legge, ad esempio quando si limita a riproporre gli stessi motivi già presentati e respinti in appello, senza confrontarsi criticamente e in modo specifico con la motivazione della sentenza impugnata.

Qual è la funzione essenziale di un atto di impugnazione secondo la giurisprudenza?
La funzione essenziale è quella di svolgere una critica argomentata avverso il provvedimento che si contesta. Ciò richiede un confronto puntuale con le argomentazioni del giudice, indicando le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che fondano il dissenso.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso segue, per legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte senza validi motivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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