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Ricorso inammissibile: la Cassazione e la specificità

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa della sua manifesta mancanza di specificità. L’impugnazione si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello, tentando una nuova valutazione dei fatti non consentita in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Mancanza di Specificità Blocca l’Appello in Cassazione

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come un’impugnazione possa essere bloccata prima ancora di entrare nel vivo della discussione. Il caso riguarda un ricorso inammissibile perché privo di specificità, un requisito fondamentale per chiunque intenda contestare una sentenza davanti alla Suprema Corte. Questo principio garantisce che il giudizio di legittimità non si trasformi in un terzo grado di merito, ma rimanga un controllo sulla corretta applicazione della legge.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Ancona, che aveva confermato la sua responsabilità penale. L’imputato, non accettando la decisione dei giudici di secondo grado, ha deciso di rivolgersi alla Corte di Cassazione, ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, per contestare le conclusioni a cui erano giunti i giudici di merito.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza numero 7485 del 2024, ha messo un punto fermo alla vicenda processuale, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione ha impedito un’analisi nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, poiché l’atto di impugnazione è stato ritenuto carente dei requisiti minimi previsti dalla legge processuale. La Corte ha quindi condannato il ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Dichiarato Inammissibile?

La Corte ha basato la sua decisione su ragioni procedurali molto precise. Il ricorso è stato giudicato privo di “concreta specificità”. Questo significa che i motivi presentati non erano sufficientemente dettagliati e mirati a criticare specifici errori di diritto della sentenza impugnata. In particolare, la Cassazione ha evidenziato diversi difetti:

1. Tentativo di Rivalutazione dei Fatti: Il ricorrente non ha sollevato questioni di legittimità (cioè errori nell’applicazione delle norme di legge), ma ha cercato di ottenere una nuova valutazione delle prove e una ricostruzione alternativa dei fatti. Questo tipo di analisi è di competenza esclusiva dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non rientra nei poteri della Corte di Cassazione.

2. Genericità e Mancanza di Correlazione: I motivi del ricorso erano generici e non si confrontavano adeguatamente con le argomentazioni dettagliate contenute nella sentenza della Corte d’Appello. In pratica, il ricorrente ha ignorato le risposte che i giudici di secondo grado avevano già fornito alle sue obiezioni, senza spiegare perché quelle risposte fossero errate in punto di diritto.

3. Mera Riproduzione dei Motivi d’Appello: La Corte ha rilevato che le argomentazioni presentate in Cassazione erano una semplice riproposizione delle “doglianze difensive” già formulate nell’atto di appello e già ampiamente esaminate e respinte dai giudici di secondo grado. Un ricorso in Cassazione deve contenere elementi di novità e critica puntuale alla sentenza di appello, non essere una sua fotocopia.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche e Principio di Diritto

La decisione della Cassazione ribadisce un principio fondamentale del processo penale: l’impugnazione deve essere uno strumento di critica specifica e argomentata, non un tentativo generico di ottenere un nuovo giudizio. Dichiarare un ricorso inammissibile significa che la sentenza impugnata diventa definitiva, con tutte le conseguenze del caso per l’imputato.

Le implicazioni pratiche sono chiare: per avere una possibilità di successo in Cassazione, è essenziale formulare motivi di ricorso che attacchino la logica giuridica della sentenza precedente, evidenziando vizi di legge o difetti di motivazione manifesti e decisivi, senza mai scivolare in una richiesta di riesame delle prove. In caso contrario, come dimostra questa ordinanza, il risultato sarà non solo la conferma della condanna, ma anche l’aggiunta di ulteriori oneri economici.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché privo di concreta specificità. Si limitava a chiedere una nuova valutazione delle prove e a riproporre le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza criticare in modo puntuale le motivazioni giuridiche della sentenza impugnata.

Cosa significa che un ricorso tenta una ‘rivalutazione delle fonti probatorie’?
Significa che il ricorrente chiede alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove (come testimonianze, documenti, perizie) e di dare loro un’interpretazione diversa da quella data dai giudici di primo e secondo grado. Questo non è consentito, poiché la Cassazione giudica solo sulla corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità) e non sui fatti (giudizio di merito).

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Oltre alla conferma della condanna, il ricorrente la cui impugnazione viene dichiarata inammissibile viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso fissata in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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