Ricorso Inammissibile: Analisi di un’Ordinanza della Cassazione
Un’ordinanza della Corte di Cassazione offre uno spunto fondamentale per comprendere le conseguenze di un ricorso inammissibile. Quando un’impugnazione non supera il vaglio preliminare di ammissibilità, le conseguenze per il ricorrente possono essere significative, non solo dal punto di vista processuale ma anche economico. Questo provvedimento, emesso dalla settima sezione penale, illustra chiaramente l’esito di un ricorso presentato contro una decisione di una Corte d’Appello territoriale, conclusosi con una declaratoria di inammissibilità e una condanna pecuniaria.
Il Contesto Processuale
La vicenda trae origine da un ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino in data 25 novembre 2024. L’imputato, cercando di ottenere una riforma della decisione di secondo grado, ha adito la Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Il procedimento è stato assegnato alla settima sezione penale, la quale ha fissato l’udienza per la discussione del caso il 5 maggio 2025. In tale sede, il Collegio, ascoltata la relazione del Consigliere designato, ha proceduto alla decisione.
La Decisione della Cassazione sul Ricorso Inammissibile
L’esito del giudizio di legittimità è stato netto e perentorio. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa declaratoria non entra nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ma si ferma a un livello preliminare, accertando la mancanza dei presupposti richiesti dalla legge per poter esaminare l’impugnazione.
La conseguenza diretta di tale decisione è stata duplice:
1. Condanna alle spese processuali: Il ricorrente è stato obbligato a sostenere i costi del procedimento di Cassazione.
2. Condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende: Oltre alle spese, è stata inflitta una sanzione pecuniaria pari a tremila euro. Questa somma non è un risarcimento, ma una sanzione volta a scoraggiare impugnazioni dilatorie o manifestamente infondate.
Le Motivazioni della Decisione
Sebbene l’ordinanza sia sintetica, la motivazione della condanna alla sanzione pecuniaria risiede proprio nella declaratoria di inammissibilità. La giurisprudenza, richiamando anche la sentenza della Corte Costituzionale n. 186 del 2000, ha consolidato il principio secondo cui la parte che introduce un giudizio di impugnazione senza rispettare le regole procedurali o senza addurre motivi validi, deve farsi carico non solo delle spese, ma anche di una sanzione. Tale meccanismo ha una funzione dissuasiva: evitare che la Suprema Corte sia gravata da ricorsi che, per vizi originari, non possono essere esaminati nel merito, garantendo così l’efficienza del sistema giudiziario. La decisione di inammissibilità implica che il ricorso fosse affetto da vizi che ne hanno precluso l’esame, come la genericità dei motivi, la proposizione di censure non consentite in sede di legittimità o il mancato rispetto dei termini.
Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale per chiunque intenda impugnare una sentenza penale dinanzi alla Corte di Cassazione. La presentazione di un ricorso non è un atto privo di conseguenze. È indispensabile che l’atto sia redatto con la massima perizia tecnica, rispettando scrupolosamente i requisiti formali e sostanziali previsti dal codice di procedura penale. Un ricorso inammissibile non solo non porterà alla riforma della sentenza impugnata, ma comporterà anche un aggravio di costi significativo per il ricorrente. La decisione serve da monito: il giudizio di legittimità è un rimedio straordinario, riservato a censure specifiche e fondate, e il suo utilizzo improprio viene sanzionato severamente dall’ordinamento.
Cosa ha deciso la Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile e, di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona che presenta un ricorso dichiarato inammissibile è condannata a pagare sia le spese del procedimento sia una sanzione pecuniaria, che in questo caso ammonta a tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
L’ordinanza non specifica nel dettaglio le ragioni, ma la dichiarazione di inammissibilità implica che l’impugnazione non rispettava i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge per poter essere esaminata nel merito dalla Corte di Cassazione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 21407 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 21407 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 05/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a IVREA il 29/06/1997
avverso la sentenza del 25/11/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza
Letto in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
che i motivi, con cui il ricorrente ha censurato l’affermazione della sua rilevato
responsabilità per il reato di cui all’art. 385 cod. pen., sono tesi a sollecitare una rivalutazione e/o alternativa rilettura delle fonti probatorie, estranee al sindacato
di legittimità, e sono meramente riproduttivi di profili di censura già
adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici dal Giudice di merito (si veda pagina 3 della sentenza impugnata);
che il ricorso è inammissibile e ciò comporta la condanna del ritenuto
ricorrente al pagamento delle spese processuali e, non sussistendo ragioni di esonero, della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende (Corte cost. n. 186 del 2000).
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 5/5/2025.