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Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma la multa

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile poiché i motivi erano una mera riproduzione di doglianze già esaminate e respinte in appello. La Corte ha sottolineato che non è possibile richiedere una nuova valutazione dei fatti in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza

L’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione in esame offre un chiaro esempio di quando un ricorso inammissibile viene respinto in sede di legittimità. Questo provvedimento sottolinea un principio fondamentale del nostro sistema giudiziario: la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti, ma un organo che vigila sulla corretta applicazione della legge. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione per comprendere meglio le ragioni e le conseguenze di una simile pronuncia.

I Fatti del Processo

Un imputato, dopo essere stato giudicato dalla Corte d’Appello di Roma, ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione. Il suo obiettivo era contestare la sentenza di secondo grado, sperando in un annullamento o in una riforma della decisione. Le sue lamentele, o doglianze, si concentravano su specifici aspetti della sentenza, tra cui l’esclusione di una causa di giustificazione e la quantificazione della pena (la cosiddetta dosimetria).

La Decisione sul ricorso inammissibile

La Suprema Corte, con l’ordinanza n. 22727/2024, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ma si ferma a un livello precedente, quello della sua ammissibilità. La conseguenza diretta di questa pronuncia è stata duplice: la sentenza della Corte d’Appello è diventata definitiva e il ricorrente è stato condannato a pagare non solo le spese del procedimento, ma anche un’ulteriore somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore del provvedimento risiede nelle motivazioni. La Cassazione ha ritenuto che i motivi del ricorso non fossero conformi a quanto richiesto dalla legge per un giudizio di legittimità. In sostanza, il ricorrente non ha sollevato questioni sulla corretta interpretazione o applicazione di norme giuridiche, ma ha semplicemente riproposto le stesse argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno osservato che il ricorso era costituito da ‘doglianze meramente riproduttive’ di censure già ‘adeguatamente vagliati e disattesi con corretti e lineari argomenti giuridici dal giudice di merito’.

In altre parole, il tentativo era quello di ottenere una ‘alternativa lettura delle risultanze processuali’, un’operazione che è preclusa alla Corte di Cassazione. Quest’ultima non può sostituire la propria valutazione dei fatti a quella compiuta dai giudici di primo e secondo grado. Il ricorso, pertanto, mancava dei requisiti essenziali per poter essere esaminato nel merito, risultando così inammissibile.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale per chiunque intenda impugnare una sentenza penale davanti alla Corte di Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione del giudice d’appello e riproporre le stesse difese. È necessario, invece, individuare specifici vizi di legge nella sentenza impugnata, come un’errata interpretazione di una norma o un vizio logico nella motivazione. Un ricorso che si limiti a criticare la ricostruzione dei fatti operata dal giudice di merito, senza evidenziare profili di illegittimità, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con l’ulteriore aggravio di costi per il ricorrente. La decisione serve da monito: il ricorso per cassazione è uno strumento tecnico che va utilizzato con perizia, non un’ulteriore possibilità per discutere all’infinito sulla valutazione delle prove.

Per quale motivo principale il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice riproduzione di argomentazioni già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. Non sollevavano questioni di legittimità, ma miravano a ottenere una diversa valutazione dei fatti, cosa non consentita in sede di Cassazione.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Cosa non è permesso fare quando si presenta un ricorso alla Corte di Cassazione, secondo questa ordinanza?
Secondo l’ordinanza, non è permesso chiedere alla Corte di Cassazione una ‘alternativa lettura delle risultanze processuali’, ovvero un nuovo esame dei fatti e delle prove. Il suo compito è giudicare la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità), non riesaminare il merito della causa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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