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Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sulla genericità e manifesta infondatezza dei motivi di ricorso, che proponevano una rilettura dei fatti non consentita in sede di legittimità. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali, di una sanzione pecuniaria e al risarcimento delle spese legali della parte civile.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando le Motivazioni Generiche Portano alla Condanna

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come un’impugnazione mal formulata possa portare a una dichiarazione di ricorso inammissibile, con conseguenze economiche significative per chi la propone. Questo caso sottolinea l’importanza di redigere motivi di ricorso specifici e giuridicamente fondati, evitando argomentazioni generiche o tentativi di rivalutare i fatti del processo in sede di legittimità.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Messina. L’imputato, condannato nei precedenti gradi di giudizio, ha deciso di portare la questione dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, sollevando diverse censure contro la decisione dei giudici di merito.

La Decisione della Corte sul ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato i motivi del ricorso e li ha ritenuti non meritevoli di accoglimento, giungendo a una declaratoria di inammissibilità. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto senza un esame del merito della vicenda. La Corte ha inoltre condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali, di una sanzione di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende e alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute dalla parte civile, liquidate in 2.686 euro oltre accessori.

Le Motivazioni alla Base della Decisione

La Corte ha dettagliatamente spiegato le ragioni che hanno condotto a dichiarare il ricorso inammissibile. In primo luogo, i giudici hanno evidenziato come uno dei motivi di ricorso si traducesse in una semplice proposta di ‘alternativa lettura dei mezzi di prova’, un’attività preclusa in sede di legittimità. La Cassazione, infatti, non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti, ma un organo che controlla la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione.

Inoltre, la Corte ha rilevato che la sentenza d’appello aveva già adeguatamente motivato in merito al ‘contegno chiaramente intimidatorio’ tenuto dall’imputato, rendendo infondata la censura sul punto.

Un altro motivo di ricorso è stato qualificato come affetto da ‘doglianze generiche’, prive di qualsiasi specifica argomentazione e manifestamente infondate. È stato altresì escluso che vi fosse stata una violazione del principio di correlazione tra l’accusa contestata e il fatto per cui è intervenuta la condanna. Infine, anche le argomentazioni presentate in una memoria difensiva successiva sono state ritenute prive di fondamento.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per cassazione deve basarsi su vizi di legittimità specifici e non può trasformarsi in un tentativo di ottenere una nuova valutazione del merito della causa. La presentazione di motivi generici o manifestamente infondati non solo non porta all’annullamento della sentenza impugnata, ma espone il ricorrente a conseguenze economiche rilevanti. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende e alla rifusione delle spese della parte civile funge da deterrente contro impugnazioni dilatorie o pretestuose, garantendo l’efficienza del sistema giudiziario.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano generici, manifestamente infondati e proponevano una rilettura delle prove, attività non consentita in sede di Cassazione, la quale non riesamina i fatti ma valuta solo la corretta applicazione della legge.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in questo caso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali, a versare una sanzione di 3.000 euro alla Cassa delle ammende e a rimborsare le spese legali della parte civile per un importo di 2.686 euro, oltre agli accessori di legge.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove e i fatti di un processo?
No. Come emerge dalla decisione, la Corte di Cassazione non è un giudice di merito e non può effettuare una ‘alternativa lettura dei mezzi di prova’. Il suo compito è verificare la legittimità della decisione impugnata, ovvero controllare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione sia logica e non contraddittoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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