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Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, confermando una sentenza di condanna della Corte d’Appello. La decisione si basa sulla constatazione che il quadro indiziario era stato adeguatamente valutato nel grado precedente. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude le Porte

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione gestisce un ricorso inammissibile, una situazione che pone fine al percorso giudiziario di un imputato con conseguenze significative. Comprendere i motivi che portano a questa decisione è fondamentale per capire i limiti del giudizio di legittimità e l’importanza di un ricorso ben fondato. Analizziamo insieme questo caso per fare luce su un meccanismo cruciale della procedura penale.

Il Caso in Analisi: un Appello Respinto in Partenza

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa da una Corte d’Appello territoriale. La sentenza di secondo grado aveva confermato la responsabilità penale del soggetto sulla base di un solido quadro probatorio. Non rassegnato, l’imputato ha deciso di tentare l’ultima via possibile, proponendo ricorso per Cassazione, sperando in un annullamento della condanna.

La Decisione della Corte e il Concetto di Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 23 aprile 2025, ha messo un punto fermo alla questione, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello precedente: la Corte ha stabilito che l’atto di ricorso non possedeva i requisiti necessari per essere discusso. In pratica, le porte dell’ultimo grado di giudizio sono rimaste chiuse.

Le Motivazioni della Decisione

La ragione di tale statuizione risiede nella natura stessa del giudizio di Cassazione. La Suprema Corte non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti e le prove (il cosiddetto ‘merito’ della causa), compito che spetta ai tribunali di primo e secondo grado. Il suo ruolo è quello di ‘giudice della legittimità’, ossia di verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza impugnata sia logica e non contraddittoria.

Nel caso specifico, i Giudici hanno ritenuto che la Corte d’Appello avesse già costruito la sua decisione su un ‘significativo quadro indiziario’, motivando in ‘maniera del tutto adeguata’ il giudizio di responsabilità. Il ricorso, evidentemente, non ha sollevato questioni di pura legittimità (come un’errata interpretazione di una norma), ma ha tentato, implicitamente, di ottenere una nuova valutazione delle prove, un’operazione preclusa in sede di Cassazione. Pertanto, essendo il ricorso privo di censure ammissibili, la Corte lo ha rigettato senza procedere a un esame più approfondito.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La declaratoria di inammissibilità ha comportato due conseguenze dirette e onerose per il ricorrente. In primo luogo, la condanna è diventata definitiva. In secondo luogo, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Quest’ultima sanzione ha una funzione deterrente, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: accedere alla Corte di Cassazione richiede la formulazione di motivi di ricorso specifici e pertinenti, incentrati su vizi di legge e non su una mera contestazione dei fatti accertati nei precedenti gradi di giudizio. Per gli operatori del diritto, ciò significa redigere atti tecnicamente impeccabili; per i cittadini, significa comprendere che non ogni sentenza sfavorevole può essere utilmente impugnata fino all’ultimo grado.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che l’appello non viene esaminato nel merito dalla Corte perché manca dei requisiti previsti dalla legge. La Corte non valuta se la decisione precedente era giusta o sbagliata, ma si limita a constatare un difetto dell’atto di ricorso che ne impedisce la discussione.

Perché il ricorso in questo caso è stato dichiarato inammissibile?
La Corte ha ritenuto che la sentenza d’appello avesse già motivato in modo adeguato la decisione di condanna sulla base di un solido quadro indiziario, rendendo il ricorso privo di validi motivi per essere discusso in sede di legittimità.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo specifico caso pari a 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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