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Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione, con ordinanza della Sezione Penale, ha dichiarato il ricorso inammissibile presentato da due individui contro una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. A seguito della decisione, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro ciascuno.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Decisione d’Appello

Un ricorso inammissibile rappresenta un ostacolo insormontabile nel percorso giudiziario, impedendo alla Corte di Cassazione di esaminare il merito della questione. Con una recente ordinanza, la Suprema Corte ha ribadito questo principio, chiudendo definitivamente un caso proveniente dalla Corte d’Appello di Napoli e condannando i ricorrenti a significative sanzioni economiche. Questo articolo analizza la decisione e le sue implicazioni.

Il Caso in Esame: Un Appello Respinto in Partenza

La vicenda processuale trae origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli il 25 settembre 2024. Due individui, ritenendosi lesi da tale decisione, hanno deciso di impugnarla presentando ricorso per Cassazione. L’obiettivo era ottenere un riesame della loro posizione da parte del più alto organo della giustizia ordinaria.

Tuttavia, il loro tentativo si è scontrato con una valutazione preliminare negativa da parte della Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, che ha esaminato la validità formale e sostanziale degli atti presentati.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

All’udienza del 20 maggio 2025, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato i ricorsi proposti semplicemente “inammissibili”. Questa pronuncia non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dei ricorrenti, ma si ferma a un livello precedente: l’atto di impugnazione non possedeva i requisiti minimi previsti dalla legge per poter essere discusso.

Le motivazioni della declaratoria di inammissibilità

L’ordinanza in esame è molto sintetica e non esplicita nel dettaglio i motivi specifici che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità. Tuttavia, in ambito processuale penale, un ricorso inammissibile può derivare da diverse cause, come la presentazione fuori termine, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (es. violazione di legge, vizio di motivazione), o la proposizione di questioni di mero fatto, non valutabili in sede di legittimità. La decisione della Corte implica che uno o più di questi vizi fondamentali inficiavano l’impugnazione fin dall’origine, rendendo impossibile qualsiasi valutazione di merito.

Le conclusioni: conseguenze economiche per i ricorrenti

La declaratoria di inammissibilità ha avuto conseguenze dirette e onerose per i due ricorrenti. La Corte, infatti, non si è limitata a respingere l’impugnazione, ma ha condannato ciascuno di essi a due pagamenti:

1. Il pagamento delle spese processuali sostenute nello stadio di legittimità.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa sanzione pecuniaria serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori. La decisione rende definitiva la sentenza della Corte d’Appello di Napoli, chiudendo ogni ulteriore possibilità di riesame del caso.

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione?
La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili.

Quali sono state le conseguenze per i ricorrenti?
I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro ciascuno in favore della Cassa delle ammende.

Contro quale provvedimento era stato proposto il ricorso?
Il ricorso era stato proposto avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli in data 25 settembre 2024.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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